
«Come non dover essere grati ad una donna che durante la sua vita ha dedicato tutto il suo tempo ai giovani, che soprattutto nei momenti difficili è stata sempre presente accanto a ogni tipo di ragazzo che varcava la soglia del nostro oratorio?». E’ per questo che l’oratorio Don Bosco di Tolentino ha dedicato la sala principale a Antonietta Parrucci, scomparsa lo scorso aprile a 79 anni. L’intitolazione, con una targa, è avvenuta domenica scorsa, alla presenza dei familiari e conoscenti e con la benedizione del parroco don Ariel Valentin.

La donna è stata molto più di una semplice collaboratrice: per l’oratorio della parrocchia Santissimo Crocifisso era un punto di riferimento, una guida costante e rassicurante, l’incarnazione concreta dello spirito salesiano. Sempre presente, con il sorriso e la parola giusta, ha saputo accogliere, ascoltare e sostenere, senza mai apparire. Con dedizione ha fatto suo l’insegnamento di Don Bosco: “L’educazione è cosa del cuore”. Un cuore, il suo, che ha battuto per l’oratorio per tutta la vita. Impossibile non ricordare le escursioni a casali e al Monte Dove, i momenti di gioco e riflessione, istantanee di una vita donata agli altri.

«Antonietta era una persona allegra e con la battuta pronta, ma sempre delicata, accogliente e molto paziente; pronta ad offrire il suo aiuto a chi era in difficoltà attraverso una parola gentile – racconta Barbara Bacaloni, insegnate di scuola primaria e consacrata laica salesiana -. Io l’ho conosciuta così e la voglio ricordare così». Bacaloni racconta il suo incontro con Parrucci: «Lei ha insegnato all’Istituto salesiano di Macerata come professoressa di storia dell’arte e, frequentando l’oratorio dei salesiani di Macerata, l’ho incontrata e conosciuta rimanendo amiche. Antonietta aveva una passione particolare per l’oratorio di Tolentino, di cui mi raccontava sempre le attività che vi si facevano con immensa gioia. La spiritualità salesiana ha come ‘obiettivo’ quello di stare insieme ai giovani – conclude -. La nostra missione è quella di realizzare il progetto di Dio negli ambienti in cui siamo inserite. Leggiamo i ‘segni dei tempi’ e stiamo attente ai bisogni che emergono dalla nostra società per cercare, insieme agli altri, risposte adeguate e nuovi cammini di azione». Esattamente ciò che ha sempre fatto Antonietta Parrucci.

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