
Paolo Gattafoni, presidente del Cosmari
«Una bugia ripetuta mille volte diventa verità? Il Cosmari resta un’azienda solida, trasparente e controllata». Non ci sta il consorzio presieduto da Paolo Gattafoni a prendersi le critiche del consigliere regionale Pd Leonardo Catena, che era tornato a mettere nel mirino la gestione dello stesso.
In particolare, l’azienda si focalizza sulla notazione, avanzata dall’ex sindaco di Montecassiano, di non aver emesso fatture nei confronti dei Comuni per svariati milioni, ponendo dubbi sull’adeguatezza della gestione contabile.
Catena si chiede in particolare come mai Cosmari non avrebbe emesso tali fatture, e se i bilanci aziendali siano regolari ed in ordine o se non si profili una palese violazione dei principi di trasparenza e correttezza amministrativa. «Ovviamente, la questione è da circa un paio d’anni ben conosciuta a tutti gli attori coinvolti nella gestione rifiuti dell’Ato3, dall’Etc (Ata3), a tutti i Comuni soci, inclusi organi politici, tecnici e di controllo e chiaramente di Catena, per arrivare ovviamente agli ultimi due consigli di amministrazione, collegi sindacali e comitati per l’attuazione del Controllo analogo congiunto susseguitisi nell’ultimi biennio – fa sapere il Cosmari in una nota – riteniamo grave e lesivo per la reputazione aziendale, oltre che di tutti i professionisti che in questi anni hanno redatto bilanci aziendali ed espresso parere favorevole sugli stessi, esternare allusioni di questo tipo, quando la spiegazione dell’operato aziendale e dei suoi dati contabili è assolutamente trasparente e ovviamente riportato nei bilanci, consuntivi e preventivi, facilmente consultabili nella sezione “Società Trasparente” del sito istituzionale aziendale».
Il Cosmari ricorda che puntualmente, ogni anno, comunica a tutte le amministrazioni lo stato reciproco di debiti e crediti, pertanto l’andamento contabile-amministrativo aziendale è ovviamente monitorato e pienamente trasparente verso tutti gli stakeholders coinvolti. «Continuare a gettare discredito e ripetere false allusioni a presunti illeciti, si comprende, non fa bene all’azienda e non è passato in questi anni inosservato agli occhi di tanti attori con cui ci pregiamo di collaborare tutti i giorni per la buona riuscita dei nostri servizi; non è gratificante per i circa 600 dipendenti aziendali, non è rassicurante per i fornitori aziendali, figuriamoci che tipo di messaggio possa essere verso il sistema bancario, specialmente in anni in cui, come da programmazione aziendale, vi è l’esigenza di ampliare l’accesso al credito – aggiunge il Cosmari – la controprova della totale correttezza dell’operato aziendale, lungimiranza gestionale di chi l’amministra e coerenza tecnico-amministrativa dell’azione svolta, è data dal fatto che nell’ultimo biennio 2024/25, l’azienda è stata finanziata per circa 11 milioni di euro annui con nuovi finanziamenti a medio/lungo termine (quindi circa 22 milioni nel biennio), da più istituti di credito, che nelle rispettive istruttorie hanno ovviamente avuto modo di entrare nel dettaglio dei numeri aziendali ed hanno evidentemente concluso circa la solidità, veridicità e positività degli stessi».
Il Cosmari rimarca anche come l’impennata della Tari tenga comunque le bollette tra le più basse d’Italia. «Siamo impegnati ogni giorno a garantire un servizio essenziale per 56 Comuni e oltre 300mila cittadini. Infatti non bisogna mai dimenticare che Cosmari è un’azienda interamente pubblica, considerata virtuosa, di proprietà di tutti i cittadini residenti nei Comuni soci e amministrata per loro dai sindaci pro tempore del loro Comune di appartenenza. Non sempre l’erba del vicino è più verde della propria. I risultati lo dimostrano ampiamente. In base ai recenti dati pubblicati da Cittadinanza Attiva, le tariffe di Cosmari, decise dall’Ata 3 con il piano economico finanziario, secondo le indicazioni Arera e conseguentemente con la Tari applicata in maniera autonoma, in base ai regolamenti dai singoli Comuni, sono tra le più basse d’Italia. Nel 2025, la spesa media nazionale per la gestione dei rifiuti urbani è pari a 340 euro all’anno, in aumento del 3,3% rispetto al 2024 (329 euro). Le tariffe crescono, in misura differente, in tutte le regioni, ad eccezione di Molise, Valle d’Aosta e Sardegna, e in ben 95 dei 110 capoluoghi di provincia. Nelle Marche una famiglia paga in media 279 euro, un aumento del 5,5% rispetto ai 265 euro del 2024. A Macerata la Tari nel 2025 è pari a 261 euro contro i 239 del 2024 con un incremento dettato dalla mancanza di una discarica comprensoriale».
«Rifiuti, la provincia è paralizzata: la destra si assuma le sue responsabilità»
Chi a detto che la tari e la piu bassa d,italia qulli che non la pagano 2 persone ogni anno 50 euro di aumento che schifo
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