Blue tongue, allarme Coldiretti Marche:
«Fondi insufficienti,
serve un piano straordinario»

ANCONA - L'associazione denuncia lo stanziamento irrisorio di 100mila euro a fronte di 600mila di richieste, mettendo a rischio la zootecnia regionale già provata da costi e predazioni

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coldirettiColdiretti Marche ritorna su quanto già comunicato alla Regione Marche all’inizio dell’emergenza blue tongue in merito allo stanziamento di appena 100mila euro predisposto nel precedente assessorato, a fronte di richieste che, come previsto, hanno superato i 600mila euro.
Una distanza troppo grande, denunciano gli agricoltori, per far fronte a una malattia che aggiunge difficoltà a un comparto, la zootecnia, già alle prese con una situazione complessa tra aumenti dei costi delle materie prime, predazioni e calo dei consumi.
La blue tongue, innocua per l’uomo ma altamente letale per ovini e bovini, continua a diffondersi nelle Marche come in altre regioni italiane. «Nella nostra regione, cuore della pastorizia dell’Appennino centrale – spiegano da Coldiretti – avevamo già dato l’allarme lo scorso giugno chiedendo indennizzi tempestivi e una strategia. Per molte aziende le conseguenze economiche potrebbero essere pesantissime».

«A fronte di 635mila euro richiesti dalle aziende per coprire i danni reali – denuncia oggi Coldiretti Marche – la dotazione messa a disposizione dalla Regione è di appena 100mila euro. Una cifra del tutto inadeguata per difendere allevamenti e filiera. Senza un intervento strutturale rischiamo di compromettere un settore economico vitale e un patrimonio culturale legato alla pastorizia e ai prodotti tipici del territorio. Siamo certi che il nuovo assessore Enrico Rossi darà subito risposte importanti agli allevatori».
Accanto alla richiesta di aumentare i fondi, l’organizzazione agricola ribadisce la necessità di accelerare la campagna vaccinale nazionale e rafforzare i controlli sulle importazioni di animali vivi, cresciute del 16% nel 2023. Secondo Coldiretti, la diffusione del virus nel Nord Italia sarebbe legata proprio ad arrivi dall’Europa settentrionale, dove la malattia è in forte espansione. Centrale anche l’utilizzo delle stalle di sosta e l’adozione sistematica di repellenti contro gli insetti vettori.



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