
Soldi e cellulari sequestrati
Due uomini e una donna fuori da un ufficio postale di Civitanova che confabulavano. Il loro modo di fare ha fatto scattare un sospetto in un ispettore di polizia che stava passando (non era in servizio) e che ha fatto caso che la donna andava e veniva dal parcheggio per raggiungere lo sportello bancomat di Poste Italiane.
L’agente ha chiamato una volante e gli agenti hanno fermato i tre. Da questo è emerso un tentativo di riciclaggio di soldi provento di truffe online (si parla di circa 20mila euro). La donna è stata trovata con un bancomat legato ad un conto utilizzato per commettere truffe online, aveva appena effettuato alcune operazioni bancarie per accreditare più di 20mila euro a favore di un conto tedesco, sempre intestato a lei. Contestualmente aveva prelevato 2mila euro in contanti dallo stesso conto seguendo gli ordini di uno dei due accompagnatori.

Il commissario Riccardo Zenobi
Il denaro, secondo i poliziotti, proveniva da truffe commesse in varie zone d’Italia mediante la tecnica del finto addebito bancario. Le vittime infatti ricevevano sul proprio smartphone un sms apparentemente proveniente dal proprio istituto di credito con un finto messaggio d’allerta in merito ad un presunto addebito sul conto che permetteva ai truffatori di estorcere le credenziali bancarie dei propri interlocutori e, infine, di azzerarne i conti.
Gli agenti proseguivano le attività investigative con la perquisizione a carico dei tre che permetteva di rinvenire diverse carte bancomat collegate a conti con intestatari fittizi, 7 telefoni cellulari utilizzati per riciclare il denaro provento delle truffe mediante il successivo trasferimento e l’utilizzo di piattaforme di criptovalute.
Uno dei tre è stato trovato con circa 5mila euro in contanti senza che riuscisse giustificarne la provenienza e di 4 schedine per scommesse calcistiche che si distinguevano per l’esito quasi certo del risultato finale. Le giocate gli avrebbero permesso di procurarsi una ricevuta di riscossione utile a giustificare la lecita detenzione dell’ingente somma di denaro. Le schedine registravano puntate complessive per 6.800 euro a fronte di un guadagno (tra soldi puntati e vincite) di appena qualche decina di euro in caso di vittoria visto l’esito praticamente scontato delle partite giocate.
Le tre persone, originarie della provincia di Foggia, due dei quali residenti in zona, sono stati denunciati per truffa e autoriciclaggio, subivano il sequestro delle somme di denaro, delle schedine e dei telefoni, oltre a una serie di “pizzini” in cui vi erano scritte le istruzioni per effettuare le operazioni di riciclaggio.
Tutti da noi vengono?
Situazione descritta benissimo
Sempre grazie alle forze dell'ordine. In Internet la gente deve capire che non bisogna fare acquisti,invece ce pure chi ci prende la carta igienica
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