
Ezio Paolucci
di Francesca Marsili
E’ morto, a 106 anni, Ezio Paolucci, il più longevo di Tolentino, e tra i più anziani della Regione. Si è spento ieri sera. Era l’uomo dei record Paolucci, non solo per la sua ultracentenaria età. Maestro di scuola elementare, nei suoi quarant’anni di insegnamento non è mai mancato un giorno dalla sua cattedra, mai un raffreddore o un permesso.
Proprio per questo, il 16 giugno 1982, anno del suo pensionamento, l’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini gli conferì una medaglia d’oro per aver compiuto quarant’anni di buon servizio: un riconoscimento di cui andava fiero.
Era un educatore appassionato il maestro Ezio, aveva un modo speciale di insegnare le materie, tutte in quegli anni. Durante le ore di musica portava in classe il mandolino e faceva cantare i suoi alunni.
Era anche un poeta, un pensatore gentile che ha scritto versi fino pochi mesi fa con spirito ironico e cuore leggero, perché alla veneranda età di 106 anni è arrivato si con qualche acciacco, ma con un’incredibile tenacia e lucidità. La penna era il suo strumento di dialogo con il mondo, i suoi versi in rima l’espressione di sentimenti profondi dedicati ai suoi familiari, ai nipoti soprattutto, quelli che chiamava “i miei angeli custodi”.
La sua vita è stata attraversata da stagioni difficili, come la prigionia durante la Seconda guerra mondiale nel campo di concentramento di Sforzacosta, ma non si è lasciato sopraffare dalla durezza del mondo. Lo scorso febbraio Ezio Paolucci aveva festeggiato le sue 106 candeline con la serenità di chi ha vissuto una vita ricca d’amore e densa di passioni e di saggezza, circondato dall’affetto dei suoi cari. Lascia i figli Loris e Milena, la nuora Patrizia, il genero Stefano e i nipoti Vittorio, Alessandro e Emma. La camera ardente è allestita alla Sala del commiato Terracoeli di Tolentino, dove domani, alle 15, sarà osservato un saluto laico.
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Che bella vita! Mi pare di capire che aveva ben saldi diversi valori dal lavoro svolto con passione alla famiglia