Centro per l’autismo, caos in Consiglio:
rinviato il voto sulla variante.
Fdi si spacca, Lega minaccia la sfiducia

CIVITANOVA- Bagarre in aula ieri sera, con le famiglie in protesta e il presidente dell'assise Fausto Troiani che rifiuta di mettere ai voti l’emendamento per ridurre gli spazi da 6mila a 3mila metri quadrati. Il leghista Giorgio Pollastrelli a muso duro: «Se non ci fa votare qui saltano i principi democratici, salta il banco e salta soprattutto lei». Ma a salvare la situazione è Silvia Squadroni, proponendo il rinvio del punto. Sul fronte del sì si erano schierati il sindaco Fabrizio Ciarapica («Chi siamo noi per contraddire la richiesta e visione del Paolo Ricci?») e gli assessori Roberta Belletti, Ermanno Carassai e Barbara Capponi, con quest'ultima in contrasto con il resto del suo partito

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Le famiglie ieri in aula con striscioni e magliette

di Laura Boccanera (foto Federico De Marco)

Un consiglio infuocato, come non se ne vedevano da tempo, tra la rabbia delle famiglie intervenute con striscioni e magliette e lo sconcerto dei consiglieri che si vedono negare la possibilità di presentare un emendamento siglato anche da Lega e Fratelli d’Italia per approvare la variante, ma riducendo gli spazi da 6mila a 3mila metri quadrati. I meloniani stessi però si sono spaccati, con l’assessora Barbara Capponi che appoggia in toto Paolo Ricci e famiglie e il suo partito che invece è d’accordo ad una riduzione degli spazi da destinare alla struttura. Una gran bagarre e tra minacce di sfiducia al presidente del consiglio Fausto Troiani da parte della Lega e quelle di ricorso al prefetto per abuso di potere, alla fine salta tutto. Punto rinviato.

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Il sindaco Fabrizio Ciarapica

A scatenare tutto questo la discussione attorno al centro per l’autismo. Ma occorre andare con ordine: da settimane ormai attorno alla proposta di variante presentata dal Paolo Ricci si sono coalizzate le famiglie che ieri sera hanno dato sfogo alla rabbia e alla frustrazione per un centro atteso da anni, da quando nel 2021 fu presentata la variante e che vedevano ieri ad un passo la possibilità di dare il via all’iter. Ma la minoranza e anche una parte della maggioranza con Lega e Fratelli d’Italia ha parlato di «strumentalizzazione» della rabbia e delle richieste delle famiglie, perché non sarebbero chiari gli aspetti tecnici del progetto, la volumetria, i costi e le finalità. La variante urbanistica per la realizzazione di una nuova struttura è stata presentata in due step dall’ex presidente del Paolo Ricci Agostino Basile: una prima da 3mila metri quadrati e poi a dicembre con una integrazione la richiesta passa a 6mila metri quadrati a Civitanova Alta, su terreno di proprietà dell’Asp Paolo Ricci. Il progetto, voluto dall’ente per ampliare gli spazi dedicati all’autismo (oggi limitati a 2.300 metri quadrati), prevede anche la possibilità di sviluppare in futuro servizi per Alzheimer, centri sollievo e spazi per anziani non autosufficienti.

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Si sono succeduti gli interventi a favore, con la presa di posizione anche di assessori (Carassai e Capponi) e a prendere la parola sono stati anche il presidente e la direttrice del Paolo Ricci Alfredo Perugini e Patrizia Zallocco. 

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Alfredo Perugini presidente del Paolo Ricci

Il presidente Alfredo Perugini ha difeso il progetto: «Mai ci saremmo aspettati che si fossero create tante problematiche e polemiche su questa variante che è una variante che riguarda non il Paolo Ricci in sé ma la città e i problemi sociosanitari della stessa. Il Paolo Ricci non chiede un euro all’amministrazione comunale perché sarà realizzata coi fondi di cui disponiamo, avendo già risorse per il primo lotto (circa 3,7 milioni di euro complessivi) e una visione a lungo termine di “cittadella sociosanitaria” immersa nel verde». La Zallocco ha specificato che attualmente negli spazi a disposizione di 2300 metri quadrati l’Asp gestisce 50 ragazzi, 25 in diurno e 25 in residenziale. Anche l’assessora all’urbanistica Roberta Belletti ha speso parole per convincere la parte dubbiosa della maggioranza parlando di una «progettazione prudente e modulare che parte dal centro diurno per arrivare gradualmente ad altri servizi,  i 6mila metri quadrati non sono un eccesso ma una pianificazione di lungo periodo. E’ un progetto che restituisce all’ urbanistica il suo significato più profondo in relazione alle persone e abbraccia una visione che unisce progettazione e umanità».

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Il sindaco Fabrizio Ciarapica allo stesso modo è intervenuto per appoggiare in toto la richiesta del Paolo Ricci: «Riconosciamo al Paolo Ricci di essere un fiore all’ occhiello. E se ci chiede nella variante la necessità di 6mila metri quadrati chi siamo noi per contraddire la loro richiesta e visione? – domanda – Cosa verrà fatto lo vedremo nel progetto esecutivo. Una volta che si ha l’area idonea si può anche partecipare a richieste di finanziamento. Emendare la proposta di variante portandola a 3000 mq non è una proposta accoglibile perché significa buttare via tutto quello che è stato fatto oggi. Il consiglio comunale può decidere di non accoglierla, ma dire non la faccio da 6000 ma da 3000 significa buttare via tutto ciò che è stato fatto senza sentire oltretutto quella che è la posizione del Paolo Ricci».

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Francesco Micucci capogruppo Pd

Critiche e dubbi sono stati sollevati, fra le proteste e le esternazioni del pubblico in sala dalla minoranza e dal capogruppo di Fdi Roberto Pantella. In particolare il centrosinistra ha rimpallato alla maggioranza l’accusa di immobilismo, sottolineando come oggi si cerchi di mettere una toppa ad anni in cui nulla è stato fatto. Il consigliere del Pd Francesco Micucci ha ricordato che il primo progetto, ai tempi della presidenza Andrenacci, prevedeva mille metri quadrati, poi portati nel 2021 a 3mila e successivamente, a fine 2021, a 6mila: «Ci chiediamo se interessi davvero il centro per l’autismo o la variante urbanistica in sé». Molti hanno chiesto prudenza, temendo che la variante da 6mila metri quadrati comporti tempi lunghi e costi incerti. Screzi col pubblico per la consigliera Lavinia Bianchi che solleva perplessità sui costi e disponibilità finanziaria dell’ente «i 3 milioni di euro del Paolo Ricci bastano solo per il muro di contenimento» e dopo un alterco personale con l’assessore Ermanno Carassai che le ha detto «interviene solo per dimostrare le sue capacità, scenda dal gradino» abbandona i banchi della minoranza e se ne va.

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L’assessora Barbara Capponi (Fdi) con i genitori arrabbiati. Il suo partito vuole votare l’emendamento di riduzione della variante

Murri, Paglialunga, Pantella e Giorgini hanno sottolineato che «non si tratta di un voto sul centro per l’autismo sul quale siamo tutti d’accordo, ma su una variante urbanistica» sottolineando la necessità di avere garanzie sulla fattibilità reale e sui tempi di realizzazione. «Vedo una strumentalizzazione del dolore, Dipende da noi non condivide la visione di una cittadella socio sanitaria, dove collocare tutte le fragilità e i disagi delle famiglie» aggiunge Giorgini.

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Tra il pubblico anche Umberto Piersanti, poeta e letterato. Al figlio Jacopo, autistico, dedicò la raccolta “Campi d’ostinato amore”

L’intervento del capogruppo di Fratelli d’Italia Roberto Pantella agita gli animi nel partito e fa infuriare l’assessora in quanto la posizione di votare l’emendamento da parte dei meloniani è l’esatto contrario di quanto ha sottolineato poco prima Barbara Capponi, che di Fdi è assessore e che è intervenuta per ricordare la sua vicinanza alle famiglie, i progetti portati avanti e la necessità di creare un centro di eccellenza. Contro la posizione del partito è anche Paolo Nori.

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Il consigliere Roberto Pantella

«Bisognerebbe usare la massima onestà intellettuale senza strumentalizzare il dolore delle famiglie – dice Roberto Pantella –  vogliamo tutelare che ogni scelta sia utile e sostenibile. Non ci viene chiesto di votare un centro per l’autismo ma una variante urbanistica con interventi tecnici che assorbiranno ingenti risorse, per questo chiediamo prudenza perché a fronte di un progetto importante non abbiamo certezze su tempi e posti che saranno messi a disposizione. E’ questo che chiediamo, stiamo approvando un percorso realizzabile? O vendiamo illusioni?»

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Fausto Troiani, il presidente del consiglio si rifiuta di mettere al voto l’emendamento e scoppia il caos. La discussione si protrae fino a mezzanotte, più volte dal pubblico si agitano voci, con le accuse alla politica di non capire la disperazione che la condizione di un figlio con autismo infligge alla routine di vita delle famiglie. «Per stare qui paghiamo 80 euro alle assistenti per stare coi nostri figli», lamentano dal pubblico che ieri sera voleva tornare a casa con la certezza della variante e si ritrova invece a dover gestire la delusione. Perché dopo gli interventi è il momento del voto dell’emendamento. Ma il presidente del consiglio Fausto Troiani si rifiuta di metterlo al voto portando come tesi la posizione dell’ufficio tecnico che dà parere non favorevole all’emendamento in quanto la riduzione a 3mila metri quadrati comporta il riavvio della pratica da parte del proponendo con la redazione di nuovi documenti da acquisire in quanto quelli attuali a 6mila metri quadrati non sarebbero più validi. «A queste condizioni il Paolo Ricci non è interessato. Abbiamo attualmente 2300 metri quadrati, non facciamo tutto questo casino per 700 metri quadrati», conclude Alfredo Perugini dell’Asp.

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«Non mi assumo questa responsabilità – dice Troiani – il Paolo Ricci a queste condizioni non farebbe più il centro per l’autismo per cui fate tutto quello che volete fare non metto a votazione l’emendamento». In aula scoppia il caos tra dichiarazioni di «abuso di potere e illegittimità», la minoranza accusa il presidente di aver violato la democrazia e Giorgio Pollastrelli della Lega è categorico: «Se non fa votare l’emendamento qui saltano i principi democratici, salta il banco e salta soprattutto lei perché facciamo una mozione di sfiducia». 

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Alla fine le castagne dal fuoco le toglie Silvia Squadroni: per non votare contro la variante e superare lo stallo dell’emendamento viene chiesto un rinvio: «Chiedo che su questo argomento si esprima il prefetto. E’ capitato altre volte che richieste di variante di un privato venissero emendate. A questo punto venga chiesto un parere urgente al prefetto a seguito del quale votare l’emendamento o il punto». Il rinvio passa con 14 favorevoli e 9 contrari.

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