
Il presidente della Regione Francesco Acquaroli durante la cerimonia di parificazione del bilancio regionale
di Monia Orazi
Conti in ordine, equilibri di bilancio rispettati, nessun nuovo indebitamento. Ma criticità pesanti su ricostruzione post-sisma e attuazione del Pnrr che richiedono «un’accelerazione urgente». La Corte dei Conti ha sì parificato il rendiconto 2024 della Regione certificando la regolarità delle poste contabili, ma ha evidenziato ritardi strutturali che rischiano di compromettere il rilancio dei territori colpiti dal terremoto e di far perdere alla Regione centinaia di milioni di fondi europei.
Nelle 63 pagine della relazione di sintesi emergono due dossier critici: la ricostruzione ferma al palo dopo nove anni dal sisma e il Pnrr che procede troppo lentamente verso la scadenza del 2026. Nove anni dopo il terremoto del 2016-2017, la ricostruzione pubblica nelle aree del cratere marchigiano resta drammaticamente indietro. I numeri certificati dalla Corte dei Conti fotografano una situazione che la magistratura contabile definisce di «generalizzato ritardo».

Su un totale di 164 interventi programmati, solo sei sono stati completati: il 3,7%. Il dato più significativo: 79 interventi, pari al 48,2%, si trovano ancora in fase di progettazione. Dopo nove anni, quasi la metà delle opere pubbliche non ha ancora visto partire i cantieri. «L’analisi dei dati ha fatto emergere un generalizzato ritardo nell’avvio e nella conclusione degli interventi di ricostruzione dell’edilizia pubblica, atteso che su un totale di 164 interventi solo il 3,7% è giunto alla conclusione mentre oltre il 48% si trovano allo stato di progettazione», scrive la Corte nella relazione. Le percentuali di erogazione delle risorse sono «piuttosto contenute»: solo il 17,9% delle somme stanziate è stato effettivamente erogato (erano il 12,3% nel 2023). La conclusione è netta: «La ripresa dello sviluppo economico e sociale nelle aree colpite dal sisma, già profondamente penalizzate dagli eventi, non è più rinviabile considerato il lungo tempo ormai trascorso».

Il cantiere del nuovo ospedale di Tolentino
Nel comparto ospedaliero si registrano «l’avvio dei lavori del nuovo ospedale di Tolentino e l’inaugurazione di quello di Amandola, avvenuto il 14 dicembre 2024». Per l’edilizia residenziale pubblica, il 26% degli interventi è stato completato, il 43% resta in progettazione. Per le opere pubbliche, il completamento si ferma al 5,36%, con l’81,3% ancora in progettazione. Gli interventi per la riduzione del rischio idrogeologico mostrano ritardi analoghi. Su 15 interventi, solo due (13,33%) sono stati completati, oltre il 40% è ancora in progettazione. L’utilizzo delle risorse si ferma al 32% (30% nel 2023). «La lettura dei dati evidenzia il generalizzato ritardo nell’avvio e nella conclusione degli interventi», scrive la Corte, che «sollecita pertanto una accelerazione di tali interventi, anche in considerazione del tempo trascorso».
Per gli studi di approfondimento geologico necessari per 31 aree interessate da dissesto, solo nove sono stati completati. Il problema non è la mancanza di fondi. Al 31 dicembre 2024, la contabilità speciale n. 6044 per la ricostruzione presenta giacenze per 271,1 milioni di euro. Nel corso dell’anno sono state liquidate spese per 329,7 milioni (54,9% delle somme a disposizione). La contabilità speciale n. 6023 per l’emergenza mostra risorse per 13 milioni. Ma i trasferimenti agli enti locali evidenziano criticità: «Nel complesso, a fronte di un importo totale autorizzato di circa 87 milioni, sono stati liquidati in favore dei comuni poco più di 26 milioni, per cui lo stato di attuazione al 31 dicembre 2024 è pari a circa il 46%», rileva la Corte.
L’unico settore in cui i dati mostrano dinamismo è la ricostruzione privata. «Si rileva invece la tendenza positiva della ricostruzione privata, rilevabile fin dall’entrata a regime della procedura di semplificazione per il rilascio dei contributi, in ordine alle domande accolte, alle somme concesse e a quelle erogate – scrive la Corte – rispetto al precedente anno si registra un ulteriore avanzamento delle somme concesse ed erogate, sia in valore assoluto che rispetto all’anno precedente, evidenziandosi un incremento delle risorse erogate del 46,2% nel 2024». Nel corso dell’anno sono stati concessi oltre 1,6 miliardi di euro di contributi. Il contrasto con la paralisi della ricostruzione pubblica è evidente. «Il confronto tra il 2023 e il 2024 evidenzia comunque una ricostruzione pubblica sbloccata ed una crescita omogenea che si sviluppa per tutte le fasi del processo procedurale. È tuttavia necessario un costante monitoraggio ed attenzione alla fase della ricostruzione pubblica da parte di tutti gli attori del sistema», conclude la Corte.
Sul fronte del Piano nazionale di ripresa e resilienza, i numeri certificati dalla Corte dei Conti mostrano un’attuazione ancora lontana dagli obiettivi. Alla Regione sono stati assegnati 846 progetti per 656,8 milioni di euro, di cui 506,4 milioni da fondi Pnrr. Ma a meno di un anno dalla scadenza del Piano (giugno 2026), l’avanzamento è insufficiente. Gli impegni assunti raggiungono il 56,39% delle risorse disponibili: 285,5 milioni su 506. I pagamenti effettivi si fermano al 12%: 60,8 milioni di euro. Le rendicontazioni formalizzate sono solo 22, per un valore di 8 milioni (1,58% delle risorse assegnate), di cui solo 16 verificate o approvate. La dinamica dell’ultimo anno preoccupa particolarmente la magistratura contabile. «Contrariamente alle attese, al termine dell’esercizio 2024 non si è registrata un’accelerazione significativa della spesa rispetto alle annualità precedenti. La dinamica degli impegni di spesa, poi, pur mostrando una crescita a livello cumulativo, ha evidenziato una contrazione marcata se si considera il solo esercizio 2024». Nel 2024 sono stati assunti impegni per 82,3 milioni di euro, contro i 180 milioni del 2023. Un crollo del 54%. Sul fronte dei pagamenti, invece, si registra un incremento: 38,7 milioni nel 2024 contro 6,9 milioni nel 2023 (+557%). La conclusione della Corte è inequivocabile: «La sezione rileva un ritardo strutturale nell’attuazione dei progetti e quindi la necessità di un’accelerazione nel processo di attuazione, in assenza del quale appare esistere un rischio concreto di mancato raggiungimento degli obiettivi, tenuto conto dell’avvicinarsi dei termini previsti dal piano».

L’ex ospedale di Corridonia: sarà trasformato in Casa di comunità
La Corte ha dedicato un approfondimento specifico alla Missione 6 – Salute, «vista l’importanza» a livello regionale e nazionale. Le 29 Case della comunità finanziate dal Pnrr dovrebbero rappresentare la colonna portante della nuova sanità territoriale. Al 31 dicembre 2024, per 22 erano stati avviati i lavori, per 3 si era in fase di stipula contratti, per 2 in verifica del progetto esecutivo. Ma l’avanzamento reale è minimo: «Nel complesso, la media dell’avanzamento lavori per l’intero insieme dei progetti finanziati si attesta a circa l’1%, segnalando una progressione alquanto contenuta e una lenta realizzazione, che potrebbe determinare condizioni suscettibili di generare ritardi rispetto alle tempistiche previste». Il dato più significativo: «L’istruttoria ha evidenziato inoltre che, al 31 dicembre 2024, non risultava attivata alcuna Casa della comunità».
La Corte solleva perplessità sulla programmazione regionale. «L’istruttoria ha evidenziato alcuni aspetti di criticità, sia sotto il profilo della coerenza istituzionale delle scelte programmatorie, sia in relazione alla effettiva capacità di garantire uniformità e funzionalità del modello organizzativo delle Case della Comunità sul territorio regionale». La criticità più grave riguarda il personale sanitario. «Senza l’apporto delle figure professionali chiave, permane il rischio concreto che le Case della Comunità non riescano a garantire pienamente le funzioni per le quali sono state concepite e realizzate», avverte la Corte. Il riferimento è ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta.
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