La ceriomia a Camerino
A Camerino riaperto il museo Diocesano e del Palazzo Arcivescovile. Oggi si è svolta la cerimonia per sancire un passo avanti per la città così drammaticamente colpita dal sisma del 2016. Il governatore Francesco Acquaroli, presente alla cerimonia, ha sottolineato: «Questi Borghi devono tornare ad essere il centro della nostra identità più profonda: le istituzioni che hanno attraversato i secoli devono tornare a splendere, partendo anche da questa piazza. Cerchiamo di mettere sempre l’interesse del territorio prima di qualsiasi altro interesse, la nostra terra deve tornare a pullulare di attività economiche».
A destra il sindaco Roberto Lucarelli
I lavori fervono nella città ducale e il senatore Guido Castelli, commissario straordinario alla ricostruzione oggi alla cerimonia ha sottolineato proprio questo: «Camerino sta vivendo un vero cambio di passo. La città pullula di maestranze, i cantieri sono ovunque e l’apertura del Palazzo Arcivescovile ne è il segno più tangibile, tornando ad essere un centro di bellezza con l’arte e luogo di incontro, di conoscenza e memoria con il Museo Diocesano. Nove anni fa, in questa piazza, c’erano pioggia, polvere e paura. Oggi ci sono luce, persone, fiducia. La ricostruzione non è solo nei muri che risorgono, ma negli occhi di chi è rimasto e di chi torna a credere in questa terra». Ha sottolineato inoltre che restituire questo palazzo significa anche «restituire l’identità della città». Sul resto: «Anche il cantiere della cattedrale sta avanzando con decisione e a breve sessanta studenti universitari torneranno a rianimare il centro grazie alla riqualificazione di un’ex struttura ricettiva. Grazie anche per questo all’università che per prima ha creduto nella rinascita del centro riportando qui, nel cuore storico della città, il rettorato».
Il senatore Guido Castelli
L’arcivescovo Francesco Massara: «Fino a 2 anni fa c’era un silenzio assordante, oggi questo cuore comincia a battere di nuovo. La cosa che vorrei sottolineare è che siamo riusciti a tornare qui, in questa piazza, perché abbiamo lavorato insieme. Tutti abbiamo fatto la nostra parte: dalle forze dell’ordine ai sindaci di tutti i comuni, non camminiamo soli ma camminiamo insieme. Questo è un luogo di cultura, che ci ricorda che la ricostruzione non si fa solo da un punto di vista strutturale, ma anche sociale ed economica».
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