E’ una morte ancora tutta da spiegare, quella di Ettore Alex Sorretino. Il corpo del 45enne di Castelfidardo è stato trovato venerdì scorso abbandonato in un garage di un palazzo di via Altotting a Loreto, in avanzato stato di composizione e con profonde ferite sul volto. La procura di Ancora indaga per omicidio volontario e in carcere si trova Matteo Borrelli, 37 anni compagno della donna proprietaria del garage. Un giallo dai contorni oscuri che l’autopsia contribuirà a districare. L’esame medico legale, fissato per domani a Torrette, potrebbe fornire intanto elementi utili a chiarire la dinamica del delitto, che per ora resta senza movente anche se gli investigatori sembrano privilegiare la pista della droga.
Il cadavere è stato scoperto venerdì mattina e il medico legale, intervenuto sul posto con il pm Andrea Magi, si è limitato ad attestare che il decesso del 45enne, sarebbe avvenuto diversi giorni prima, forse quattro, dal ritrovamento. L’autopsia e le analisi anatomopatologiche dovrebbero poter vedere oltre e aiutare gli investigatori a mettere a fuoco cosa è successo in quel box auto. Sarà importante fissare anche l’ora della morte, se è stata immediata o meno, per individuare o escludere anche eventuali responsabilità da tradurre poi in ipotesi di reato. La vittima era senza documenti e dopo i primi accertamenti è stata identificata e collegata alla scomparsa del fidardense, con vecchie storie di droga alle spalle, avvenuta qualche giorno prima e denunciata dalla anziana madre giovedì scorso alla Questura di Ancona.
Le indagini sono partite dopo il ritrovamento del cadavere, fatto dalla proprietaria del box auto, ritenuta al momento estranea ai fatti, e dal suo compagno Matteo Borrelli, che invece è stato fermato dai carabinieri con l’accusa di omicidio volontario. Domani il 37enne è atteso davanti gip per la convalida del fermo. L’uomo è difeso dall’avvocato Maila Catani. E’ originario di Erba e risiede nel palazzo da alcuni mesi. Non si è ancora capito che legami intratenesse con il 45enne. Non ha confessato ma durante l’interrogatorio sarebbero emersi contraddizioni e “gravi indizi di colpevolezza” a suo carico tali da aprirgli le porte della Casa circondariale di Montacuto.
Il fermo è stato emesso dalla Procura di Ancona sulla base delle indagini svolte nell’immediato dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Ancona coadiuvati da quelli del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Osimo e della Stazione carabinieri di Loreto, attraverso metodologie tradizionali e accertamenti tecnici condotti dalla Sezione investigazioni scientifiche e dalla sezione Cyber investigation del nucleo investigativo di Ancona.
(Redazione CA)
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