Qualità dell’aria nelle Marche: l’Arpam ha reso noto il report regionale con i dati 2024 che confermano i livelli sotto i limiti, con criticità solo per l’ozono riscontrate anche nella stazione di rilevamento di Macerata.
Il documento ufficiale che analizza lo stato dell’aria nella regione, riporta anche i trend relativi agli ultimi cinque anni (2020-2024), illustrando le concentrazioni dei principali inquinanti atmosferici monitorati in tempo reale dalla rete di 18 stazioni fisse, distribuite sul territorio regionale e integrati, per alcuni specifici parametri, dalle analisi di laboratorio. «Analizzando i principali risultati del 2024, il rapporto conferma un quadro generalmente positivo per gli inquinanti primari – sottolinea l’Arpam – mentre l’ozono continua a rappresentare, così come accade in larga parte del Paese, la principale criticità». Nessuna criticità per il biossido di azoto, «la cui media annua massima registrata (25 µg/m³) è risultata molto al di sotto del limite dei 40 µg/m³, né per l’ossido di azoto, dove i livelli per la protezione della vegetazione sono stati rispettati in tutte le stazioni rurali».
Soltanto l’ozono, così come accade negli ultimi anni in gran parte del Paese, continua a rappresentare una criticità correlata alla stagione estiva: «Il valore obiettivo per la protezione della salute come media triennale non è stato rispettato in quattro stazioni su 13 (Ascoli, Macerata, Genga, Montemonaco) – prosegue Arpam -, mentre nel solo anno 2024 il superamento ha interessato 5 stazioni. Il valore soglia di informazione (180 µg/m³) è stato superato due volte a Pesaro, mentre nessuna centralina ha registrato superamenti della soglia di allarme (240 µg/m³). Il valore obiettivo per la protezione della vegetazione, calcolato sulla media dei cinque anni, è stato superato nella sola stazione di Montemonaco».
Il rapporto prende inoltre in considerazione gli episodi di intrusione di polveri sahariane, un fenomeno non inusuale in diverse aree geografiche della penisola e la cui frequenza e intensità sono andate aumentando negli ultimi anni. «Nel 2024 anche la regione Marche ha visto verificarsi più eventi di questo tipo. L’impatto dovuto al trasporto di polveri desertiche nel 2024 nel territorio marchigiano non è stato trascurabile e ha generato ricadute anche per la protezione della salute umana di 50 µg⁄m 3, che sono rimasti comunque nelle Marche ampiamente al di sotto dei 35 previsti dalla norma».
Guardando al futuro, l’Arpam evidenzia come «i dati confermano una situazione strutturalmente positiva per gli inquinanti primari, mentre l’ozono rimane una sfida legata a fenomeni chimico-fisici e condizioni meteoclimatiche. Il report richiama inoltre l’attenzione sull’entrata in vigore entro il 2030 dei limiti più stringenti stabiliti, in linea con le raccomandazioni Oms, dalla direttiva europea 2024/2881, che renderà necessario adeguare strategie e piani di risanamento per raggiungere i nuovi obiettivi di qualità dell’aria».
Un report importante, ma "monco": ci sono città popolose senza stazioni di rilevamento fisse nelle aree più trafficate (vedi Civitanova Marche). Cui prodest?
a Macerata la centralina di rilevamenti , che sforava spesso costringendo alla virtuale parzializzazione del traffico, sita in piazza Vittoria e stata rimossa nel 2013 con il beneplacito dellallora assessore allambiente!
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E comunque che fine ha fatto il “buco” col quale ci hanno fracassato gli zebedei per anni?