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«Bretella Tolentino San Severino,
manca la copertura finanziaria»

ASSISE - Il sindaco Mauro Sclavi ha spiegato la situazione sulla nuova strada nel corso del Consiglio comunale: «Il progetto è diventato definitivo ma pesa l'aumento dei costi». Acqua, approvato il gestore unico

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Mauro-Sclavi-

Mauro Sclavi

di Francesca Marsili

A che punto è l’intervalliva Tolentino – San Severino? A rispondere è stato ieri sera il sindaco di Tolentino Mauro Sclavi durante il Consiglio comunale, interpellato dal consigliere Federico Pieroni: «Il progetto è diventato definitivo, ma in questo momento non c’è copertura finanziaria a causa dell’aumento dei costi».

Sclavi ha riportato il contenuto di una mail spedita lo scorso 27 luglio dal presidente della Regione Francesco Acquaroli alla Quadrilatero e ai due sindaci dei comuni interessati dopo aver ricevuto la relazione esplicativa relativa all’aumento dei costi, in cui ribadisce: «L’intervento è considerato strategico e funzionale per il territorio dal momento che si inserisce come prosecuzione della strada 502 che collega la vallata dell’Esino con quella del Chienti e del Potenza, una infrastruttura strategica che porterà beneficio all’economia locale. Si chiede per tanto di proseguire con gli step progettuali».

Federico-Pieroni-

Federico Pieroni

Con 98milioni di euro già accantonati, l’opera necessita di altri 91,6milioni di fondi per raggiungere il costo stimato, che si attesta sui 190milioni di euro. Pieroni ha evidenziato che la bretella che collega le due vallate «sembrerebbe non essere stata inserita nelle opere prioritarie del Piano regionale delle Infrastrutture».

Sclavi ha concluso: «La nostra volontà, come quella della Regione, resta ferma. Con la sindaca di San Severino Rosa Piermattei ogni tre mesi abbiamo una interlocuzione con Quadrilatero, dal punto di vista amministrativo siamo andati avanti di pari passo. Risolto il problema economico procederemo con le due opere addentellate». 

Nell’assise di ieri approvata la delibera per la creazione di un gestore unico del servizio integrato nell’Ato3 e di uno statuto, un passo obbligato per mantenere l’acqua in mano pubblica evitando di andare a gara e quindi che finisca in quella privata. A spiegare i dettagli dell’operazione è stato Stefano Quarchioni, presidente del Collegio dei revisori dei conti di Tolentino.

Stefano-Quarchioni-

Stefano Quarchioni

Le attuali gestioni erano state affidate nel 2005/06 a tre società: Si Marche, Unidra e Centro Marche acque. ​L’assetto attuale del servizio idrico integrato nell’Ato3 è frammentato e quindi non conforme ai principi di unicità o unitarietà della gestione richiesti dal Codice dell’Ambiente, pertanto, le attuali concessioni non possono essere prorogate e o rinnovate.

Si Marche è concessionario di un territorio dove due società (Apm e Atac) gestiscono il servizio per 9 comuni soci, mentre Unidra è concessionario di un territorio dove tre società (Assm e Assem e Valli Varanensi) gestiscono il servizio per altri 21 comuni soci. Cma è partecipata da 12 comuni e gestisce anche la depurazione delle acque. La gestione operativa viene svolta da 2 società (Astea e Acquambiente Marche). Il progetto che verrà avviato con la delibera approvata, che verrà assunta da tutti i comuni soci, prevede la fusione di Si Marche e Unidra per creare un gestore unico.

La fusione ridurrà i gestori da tre a due inizialmente, con successivo ingresso dei comuni di Cma, della stessa e di Acquedotto del Nera e Acquambiente Marche. La creazione del gestore unico mira a razionalizzare la gestione del servizio idrico, rispettando il principio di unicità della gestione previsto dal Codice dell’Ambiente, permette una maggiore rappresentatività dei comuni e delle società di gestione e evita la necessità di indennizzi ai gestori uscenti, riducendo potenziali costi per i comuni. La fusione tra Si Marche ed Unidra e l’aumento di capitale a pagamento dedicato ai comuni di Cma ed alle tre società, sono parti integranti del processo di creazione del gestore unico. I documenti sono stati approvati da tutti i consiglieri ad eccezione di Cinzia Pucciarelli, Gruppo misto, e Luca Cesini, Pd.

Cinzia-Pucciarelli-

Cinzia Pucciarelli

«Per evitare la messa sul mercato del servizio idrico, i comuni dell’Ato 3 hanno dato l’avvio alla costituzione di un gestore unico predisponendo, però, un progetto di statuto e di regolamento con i quali, in sostanza, si tenta di mantenere fermo lo status quo della divisione decisionale creando una “scatola vuota” con la persistente autonomia delle varie aziende consorziate – ha sottolineato Pucciarelli -. In questa situazione, chiaramente contrastante con l’affidamento in house come regolato dalla legge, nella migliore delle ipotesi il progetto dell’Ato 3 verrebbe bocciato dalla Corte dei conti, nella peggiore, presterebbe il fianco a ricorsi da parte di soggetti privati interessati, con la conseguenza gravissima che, ove venissero accolti, l’affidamento del servizio andrebbe a gara pubblica, con conseguente gestione privata di un bene fondamentale. E’ necessario sollecitare i sindaci dei comuni affinché vengano introdotte le dovute modificazioni agli atti costitutivi, rispettando le indicazioni fornite dalla Corte di cassazione sul caso dell’Ambito 4 di Cuneo, in modo da garantire il pieno rispetto delle condizioni stabilite dalla legge».



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