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Chimica organometallica, Camerino capitale:
cento ricercatori per l’Isoc

UNICAM - L'evento ha accolto studiosi da tutta Europa e pure dalla Nuova Zelanda. Il direttore Claudio Pettinari: «In trent'anni diventati un riferimento internazionale»

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Claudio Pettinari

Si è conclusa con grande successo la quindicesima edizione della Scuola internazionale di chimica organometallica (Isoc), svoltasi all’auditorium Benedetto XIII di Camerino dal 4 al 7 settembre.

Diretta da Claudio Pettinari insieme ai docenti Fabio Marchetti e Riccardo Pettinari, Isoc rappresenta la più importante scuola di chimica organometallica a livello europeo. L’iniziativa è organizzata sotto l’egida della Società chimica italiana e nello specifico del gruppo interdivisionale di chimica organometallica de delle divisioni di Chimica inorganica ed organica della Sci.

Anche quest’anno la partecipazione è stata importante: 100 giovani ricercatrici e ricercatori provenienti da tutta Europa hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con 13 speakers di fama internazionale, scienziati di riferimento nei settori biomedico, farmaceutico, della catalisi industriale e della chimica ambientale, provenienti da otto differenti nazioni tra cui la Nuova Zelanda. «Sono passati 30 anni da quando iniziammo a preparare la prima edizione – ha sottolineato Pettinari – e Isoc è diventata un punto di riferimento internazionale, capace di mettere in rete la comunità dei chimici italiani ed europei e di favorire il trasferimento di conoscenze tra differenti generazioni di scienziati. Dal 1997 a oggi la scuola ha ospitato oltre 2000 giovani ricercatrici e ricercatori, più di 240 docenti internazionali e 15 advisory board, che hanno indirizzato i temi scientifici di volta in volta più rilevanti. Alcuni studenti che hanno frequentato la scuola nei primi anni sono stati poi docenti nelle ultime edizioni e sono ora ricercatori eccellenti».

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Quest’anno l’attenzione si è concentrata soprattutto su due grandi temi di attualità. Da un lato, la chimica organometallica e la sostenibilità, con un approfondimento sulle possibilità di riciclare i prodotti chimici e trasformarli in nuove materie prime, in linea con i principi dell’economia circolare. Dall’altro, il rapporto tra chimica organometallica e salute, che ha portato i partecipanti a riflettere e confrontarsi sul ruolo dei complessi metallici nello sviluppo di farmaci innovativi, in particolare nel campo della ricerca antitumorale. «Il nostro obiettivo – ha proseguito Pettinari – è quello di formare chimici e chimiche che lavorano per l’ambiente, per la sanità, per la salute dell’umanità e del pianeta, ma anche per sviluppare nuovi approcci all’energia pulita e materiali tecnologicamente avanzati. C’è grande soddisfazione per i risultati conseguiti e guardiamo con entusiasmo alle prossime edizioni».



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