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«Quartiere costruito senza autorizzazioni?
Un evidente malinteso
partito da un errore in un modulo»

CASTELRAIMONDO - Secondo il sindaco Patrizio Leonelli, l'indagine dei carabinieri forestali, che coinvolge 29 persone tra cui anche due tecnici comunali, sarebbe infondata: «L'area fa parte del perimetro del centro abitato, non c'è alcun vincolo di "notevole interesse pubblico"»

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Patrizio Leonelli, sindaco di Castelraimondo

«Un evidente malinteso». Così il sindaco Patrizio Leonelli definisce la notizia, emersa ieri, dell’indagine da parte dei carabinieri forestali che ha messo nel mirino un intero quartiere di Castelraimondo per la presunta costruzione di interi condomini senza le necessarie autorizzazioni. Nella rete dei militari sono finite 29 persone, tra cui anche due tecnici del Comune.

Il malinteso, secondo Leonelli, si sarebbe ingenerato da un modulo prestampato errato. «Probabilmente è sorto dal semplice fatto che, nel rilasciare una delle autorizzazioni acquisite dagli inquirenti, era stato utilizzato un modulo prestampato che prescriveva erroneamente (in realtà la casella non era barrata) l’obbligo di munirsi di preventiva autorizzazione paesaggistica quando, invece, non era assolutamente necessaria visto che l’area non era e non è sottoposta a vincolo».

L’indagine, spiega il sindaco, risale già alla fine del 2023. «Il Comune non sapeva su cosa stessero indagando i carabinieri che già dalla allora avevano iniziato ad acquisire pratiche edilizie su delega della Procura di Macerata, ma senza mai dire esplicitamente le ragioni dell’indagine – prosegue Leonelli – solo dopo la chiusura dell’attività di indagine e a seguito della notifica degli avvisi agli interessati, si è compreso quali erano le ragioni dell’inchiesta che, fin dalla semplice lettura delle contestazioni, è immediatamente apparsa basata su presupposti errati, che hanno inevitabilmente generato l’errore nella valutazione delle reali circostanze di fatto».

Dall’indagine risulterebbe che l’area interessata, sarebbe sottoposta al vincolo di “notevole interesse pubblico”, il cosiddetto “Galassino” e di conseguenza, sarebbero state richieste e rilasciate autorizzazioni edilizie senza la preventiva e vincolante autorizzazione paesaggistica. Ma secondo Leonelli, leggi alla mano, non è così. «In realtà – prosegue il primo cittadino – il decreto ministeriale del 31/074/1985 che ai sensi della legge 1497/1939 ha instituito il vincolo contestato, ha espressamente specificato che: “Da tale perimetrazione sono esclusi i centri abitati dagli strumenti urbanistici vigenti”. Il programma edificatorio del Comune di Castelraimondo vigente nel 1985 (anno di introduzione del vincolo) è stato approvato con la deliberazione del Consiglio comunale n. 26 del 28/05/1981, poi approvato con decreto del presidente della Giunta regionale n. 13094 in data 28/08/1983 e ha delimitato il centro abitato del capoluogo, nel quale è ricompresa senza alcun dubbio l’area di cui alla lottizzazione denominata PL7. Una circostanza che è stata già chiarita dal Comune di Castelraimondo a uno dei difensori degli indagati che, agli inizi di luglio, aveva richiesto chiarimenti. Il Comune ha spiegato, dopo ulteriori verifiche, che l’area rientrava e rientra senza dubbi all’interno del centro abitato del capoluogo e, di conseguenza, non era e non è sottoposta al vincolo contestato. Uno dei tecnici indagati, proprio per chiarire la circostanza, si è già sottoposto spontaneamente ad interrogatorio e ha dimostrato ai carabinieri del Corpo forestale, che agivano su delega del procuratore, con tanto di produzione di documenti probatori, l’infondatezza della contestazione e l’errore in cui si è incorsi».

Un quartiere costruito senza autorizzazioni: in 29 finiscono nei guai (Video)



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