Deborah Pantana sul tappeto rosso,
il progetto “Woman is life” a Venezia

Deborah Pantana a Venezia

Alla 82esima Mostra internazionale del cinema di Venezia, accanto ai grandi film che incantano pubblico e critica, trova spazio anche Woman is Life, iniziativa dal forte valore culturale e sociale ideata dalla consigliera regionale Deborah Pantana. Un progetto nato «per dare voce e valore all’identità femminile in un mondo che cambia rapidamente».

Deborah Pantana con il figlio Edoardo

«Non un semplice brand, ma – spiegano dall’associazione – un movimento culturale e valoriale che promuove con autenticità il protagonismo delle donne. Moda e stile ne sono solo una parte: il progetto abbraccia salute e prevenzione, formazione e cultura, welfare, tempo libero, solidarietà, sicurezza e partecipazione attiva. L’obiettivo è creare uno spazio, reale e simbolico, dove ogni donna possa riconoscersi, crescere e sentirsi parte di una rete solidale. A questo scopo, Woman is life ha ideato una card dedicata e convenzioni con partner selezionati, offrendo accesso a servizi e iniziative su misura. La donna Woman is life è raffinata, autentica, dinamica e generosa. Ama la bellezza, ma non dimentica l’impegno verso gli altri; vive il proprio territorio guardando al mondo con apertura e consapevolezza. Con queste basi, la presenza al Salotto delle celebrità, format ideato da Alessandro Grifa con Ag agency production, assume un valore strategico: in un contesto internazionale e glamour come Venezia, il progetto porta stile, solidarietà e un messaggio forte. Abbiamo raccolto le voci del progetto in una conversazione che anticipa la presentazione ufficiale»

Ma qual è la missione di “Woman is Life”? «La missione fondamentale – spiega Pantana – è sostenere e celebrare il valore, la forza e la libertà delle donne. Vogliamo promuovere attivamente il protagonismo femminile in tutte le sue forme, creando un ambiente dove ognuna possa realizzare il proprio potenziale. Non siamo solo un brand, ma un progetto inclusivo che offre strumenti e opportunità. La nostra unicità, in un panorama ricco di creatività come Venezia, sta nel saper essere punto di riferimento dinamico, capace di dare risposte concrete alle passioni e ai bisogni dell’universo femminile.»

Sui progetti futuri. «Ci impegniamo nella creazione di una rete di dialogo ed emozioni, con particolare attenzione ai temi sociali e agli eventi benefici. Tra le novità, stiamo lavorando alla produzione di un film che affronti le tematiche a noi care e al lancio di una linea di abbigliamento dedicata alle donne, pensata per esaltare forza e individualità.»

Perché la Mostra del cinema di Venezia? «La scelta di Venezia è strategica. Puntiamo a valorizzare l’identità femminile su una piattaforma di risonanza internazionale, ad ampliare la nostra rete di relazioni con figure influenti e a sensibilizzare un pubblico più vasto sui temi sociali che sosteniamo. Siamo certi che questa esperienza ci offrirà opportunità uniche per consolidare la nostra presenza e amplificare il nostro messaggio.» Deborah Pantana cita poi alcune figure per l’ispirazione del brand. «Il cinema, che celebra il racconto per immagini, ci ha ispirato profondamente. L’attrice Sofia Loren è per noi un faro di talento e carisma. Sul versante della regia, il riferimento è Lina Wertmüller, prima donna candidata all’Oscar e premio alla carriera nel 2019. Film come Mimì metallurgico ferito nell’onore o Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto hanno segnato una pietra miliare, dimostrando la forza della narrazione femminile e la capacità di rompere schemi e convenzioni.»

Oltre a Venezia, Woman is Life «continuerà con eventi benefici che mettono al centro la solidarietà, promuovendo il valore del dono e della condivisione. È un inno alla femminilità in tutte le sue forme, capace di ispirare generazioni di donne a conquistare lo spazio che meritano, con grazia, forza e consapevolezza. A Venezia, insieme a Deborah Pantana, anche il figlio Edoardo. L’associazione ringrazia anche la famiglia Mucalla di Monte Vidon Corrado per i cappelli indossati durante il festival».