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Addio ad Andrzej Zuczkowski,
accademico e calciatore

CIVITANOVA - È morto ieri a 79 anni il docente di Unimc, ha insegnato psicolinguistica a generazioni di studenti. Figlio di un ufficiale polacco che durante la seconda guerra mondiale liberò Civitanova, è stato anche giocatore del Bari. Oggi pomeriggio alle 15 il funerale a San Pietro

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Andrzej Zuczkowski

 

di Laura Boccanera

Cordoglio a Civitanova, se ne va un pezzo di storia del paese. È morto all’età di 79 anni Andrzej Zuczkowski, accademico dell’università di Macerata, figlio di un ufficiale polacco arrivato in Italia con la liberazione dal fascismo, quando proprio l’esercito polacco liberò la città nel giugno del 1945. Andrzej Zuczkowski è stato un punto di riferimento per generazioni di studenti di psicologia della comunicazione e psicolinguistica. 

Ieri pomeriggio il decesso in città dove lascia i figli Federica, Michele ed Alessandro, i tanti nipoti, amici e conoscenti. Anche l’università di Macerata si è unita al cordoglio per la scomparsa dello studioso: «Con la sua competenza scientifica, la sua dedizione e la sua capacità di trasmettere entusiasmo – sottolinea il rettore John McCourt – il professor Zuczkowski ha contribuito a formare generazioni di studiosi e professionisti, lasciando un’eredità viva e fertile che continuerà a dare frutti nella nostra comunità accademica».

Nato a Macerata il 15 luglio 1946, figlio di madre italiana, di Civitanova, e di un ufficiale della cavalleria polacca, dando origine ad una generazione che porta oggi in città quel cognome polacco che racconta la storia d’Italia e della liberazione dal nazi fascismo.

Ma Zuczkowski è stato anche un luminare accademico, la sua carriera all’Università di Macerata è iniziata negli anni Settanta, dopo la laurea in Filosofia con una tesi in psicologia generale sotto la guida di Giuseppe Galli, ed è proseguita fino al 2017 come professore ordinario di Psicologia generale presso l’allora Facoltà di Scienze della Formazione, oggi dipartimento di Scienze della Formazione, Beni culturali e Turismo. I suoi studi, sviluppati anche grazie a collaborazioni internazionali con scienziati come János Sándor Petőfi, hanno approfondito i meccanismi della comunicazione verbale in contesti quotidiani, scientifici, politici e terapeutici, aprendo nuove strade sul tema della certezza e incertezza espresse attraverso il linguaggio.

Nel 2000 ha fondato il dottorato di ricerca in Psicologia della comunicazione e tecniche dialogiche e nel 2005 il centro di ricerca in Psicologia della comunicazione. Accanto a lui si sono formate e oggi proseguono la sua eredità scientifica le professoresse Ramona Bongelli, Ilaria Riccioni e Carla Canestrari, che ne raccolgono il testimone in UniMc.

Tra le pieghe della sua biografia spicca una pagina inusuale per un accademico: negli anni giovanili, Zuczkowski fu anche calciatore di Serie A, esordendo con il Bari nel 1969. Per l’epoca, riuscire a portare avanti contemporaneamente studi universitari e carriera sportiva di alto livello era una rarità che attirò l’attenzione dei media, tanto da essere intervistato da Enzo Tortora alla Domenica sportiva.

«Quando smisi di giocare – raccontava – mi sentii come un amante tradito dal suo primo amore, così mi dedicai al secondo, agli studi». Anche dopo il pensionamento nel 2017, ha continuato a collaborare alla vita accademica, insegnando fino a pochi anni fa all’interno del corso di perfezionamento in Comunicazione sportiva, quasi a chiudere simbolicamente il cerchio fra le sue due passioni. Così le docenti Bongelli, Riccioni e Canestrari ricordano il loro Maestro: «Andrzej Zuczkowski amava profondamente la vita in ogni sua manifestazione, dalle più grandi alle più piccole: abbracciare con lo sguardo la vastità dell’oceano, come gustare un calice di buon vino in compagnia. Amava i suoi tre splendidi figli e i suoi nipoti; i suoi maestri, verso cui ha sempre mostrato grande affetto, rispetto e gratitudine; i suoi allievi e le sue allieve, per cui è stato molto più di un Maestro. Amava profondamente la ricerca, a cui ha dedicato la vita e, letteralmente, le sue ultime energie: ancora qualche giorno e avrebbe potuto veder pubblicato, su una rivista internazionale, il suo ultimo lavoro sulle domande retoriche. Una grande passione la ricerca, ma anche un immenso divertimento, come dichiarava sempre. Per tutti era Zuko, l’ex calciatore, il professore poco convenzionale (e “rivoluzionario”), dall’energia incontenibile, dalla simpatia irresistibile, ma anche dalle spiccate sensibilità, generosità e umanità. Mancherà tanto a tutti quelli che hanno avuto la fortuna e il privilegio di conoscerlo».

Il funerale si svolgerà oggi pomeriggio alle 16 nella chiesa di San Pietro a Civitanova. 



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