Enzo Mengoni, presidente di Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli-Fermo
Il mercato del lavoro italiano continua a registrare grandi difficoltà nel reperimento di figure specializzate, con la situazione che si presenta particolarmente articolata nelle Marche. Nella regione, infatti, la percentuale di complessità nelle nuove assunzioni sale al 51% (media 2024), un dato superiore di oltre tre punti rispetto alla media nazionale, ferma al 47,8%. È la sesta regione per incidenza. Questa analisi evidenzia come il tessuto produttivo marchigiano, caratterizzato da una forte presenza manifatturiera e artigiana, sia particolarmente colpito da questa carenza, specialmente in due settori strategici come l’edilizia e il calzaturiero. Sono infatti introvabili carpentieri, ponteggiatori, cartongessisti, ma anche, nel distretto fermano-maceratese, tagliatori, orlatori e cucitori.
Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo va nel dettaglio del suo territorio di riferimento, prendendo a riferimento sempre la media 2024. A Macerata la difficoltà di reperimento è pari al 54,3% e la provincia si colloca ben al di sopra della media regionale e nazionale: è la 17esima in Italia. Questo dato segnala come le imprese maceratesi, soprattutto nei settori manifatturiero e calzaturiero, trovino crescente ostacolo nel reperire manodopera specializzata.
A Fermo la difficoltà si attesta al 49,7%, leggermente inferiore rispetto alla media regionale, ma comunque superiore al dato nazionale. È la 51esima provincia in Italia. Anche qui pesa la forte tradizione calzaturiera e artigiana, che necessita di figure tecniche sempre più difficili da reperire.
Ascoli Piceno, con il 46,7%, mostra una situazione lievemente migliore rispetto alla media italiana. Tuttavia, resta evidente che quasi un’impresa su due incontra ostacoli nel reclutamento di operai qualificati.
«Dietro a queste percentuali non ci sono solo numeri – il commento del presidente Enzo Mengoni – ci sono imprese che rallentano la produzione, distretti che perdono competitività e opportunità di crescita che rischiano di sfumare. Nonostante la volontà degli imprenditori di investire. Le cause di questo divario tra domanda e offerta di lavoro sono molteplici: la denatalità e l’invecchiamento della popolazione riducono la disponibilità di forza lavoro, il sistema scolastico fatica a garantire le competenze tecniche realmente richieste dalle aziende e i giovani cercano con sempre maggiore insistenza occupazioni più flessibili. È evidente che queste tendenze, se non affrontate, rischiano di consolidarsi nel tempo. Per questo diventa indispensabile investire in percorsi formativi altamente specializzanti, capaci di fornire ai ragazzi competenze immediatamente spendibili sul mercato e in linea con i bisogni del tessuto produttivo. Per questo crediamo nel progetto H-Lab, la rete diffusa di laboratori che abbiamo promosso assieme alla nostra società di formazione Imprendere Srl, che ad un anno dalla sua nascita conferma il proprio ruolo strategico nel panorama della formazione artigiana. È fondamentale che i ragazzi e le famiglie comprendano il valore e le prospettive di alcuni mestieri, troppo spesso percepiti come poco attrattivi, quando in realtà rappresentano una risorsa strategica per l’economia nazionale e regionale».
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Non trovano perché non pagano tutto qua