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Insegnante trasferita in un’altra sede:
«Al mio posto un supplente,
continuità scolastica un valore dimenticato»

LA TESTIMONIANZA - A scrivere è L. B. che racconta la sua esperienza personale e accende i riflettori sull'importanza per gli studenti di proseguire il percorso con gli stessi docenti: «Non è soltanto una questione di didattica, ma soprattutto di relazioni, fiducia e sicurezza»

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scuola-classedi Giulia Sancricca

«La continuità a scuola, un valore dimenticato?». A chiederselo è L. B. una insegnante di ruolo della scuola primaria che ha deciso di condividere «un pensiero che nasce da un’esperienza personale – scrive -, ma che credo riguardi molti colleghi e soprattutto tanti bambini».

Ecco la sua lettera, che ha deciso di non firmare per esteso, ma di inviare alla redazione di Cronache Maceratesi per riflettere sul tema della formazione.

«Nonostante le richieste da parte della mia scuola e la mia disponibilità a rimanere – scrive -, non mi è stato possibile continuare a insegnare nella stessa sede, con gli stessi alunni, in quanto risultata perdente posto e rientrata in utilizzazione quest’anno. Il mio posto verrà ora coperto attraverso una supplenza, suddivisa in due spezzoni da 12 e 9 ore (21 ore). Questo significa che i bambini non avranno un docente stabile e, paradossalmente, mancherà persino un’ora di insegnamento al completamento di ore di didattica frontali (22 ore, più 2 di programmazione). Chi lavora con i più piccoli sa quanto la continuità sia importante: non è soltanto una questione di didattica, ma soprattutto di relazioni, fiducia e sicurezza. Un insegnante non trasmette soltanto conoscenze, ma accompagna i bambini in un percorso di crescita che richiede tempo, costanza e stabilità. È naturale chiedersi: non sarebbe stato possibile organizzare le ore? Non si poteva trovare una soluzione che garantisse il diritto dei bambini a crescere con la guida di una insegnante che già conoscono e con cui hanno costruito un legame? Forse la scuola interessa poco? O forse ci si dimentica troppo facilmente che, dietro i numeri, le ore e le pratiche burocratiche, ci sono volti, storie e legami che hanno un Valore educativo insostituibile. Io credo che la scuola meriti più attenzione. E che i nostri alunni meritino di più. Si ricorda inoltre che alla scuola arriveranno anche le ore previste dal decreto “sisma sicurezza”. Non si comprende quindi perché l’Ufficio scolastico provinciale non abbia tenuto conto anche di questo elemento prima di prendere la decisione. Il mio auspicio è che in futuro si possa dare maggiore considerazione alla continuità didattica, perché investire nella stabilità degli insegnanti significa investire nella serenità e nel benessere dei bambini».



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