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Cartello contro la dottoressa:
«Critiche ingiuste e inaccettabili,
sono la prima linea del sistema sanitario»

TREIA - Il sindaco Franco Capponi solidarizza con Martina Medei, vittima delle dure critiche di un paziente ignoto: «Fondamentale che istituzioni come Regione e Ast garantiscano un supporto concreto ai medici di base a inizio carriera». Il consigliere comunale di Macerata, Andrea Blarasin: «Segnale di un clima che non può essere sottovalutato»

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Franco Capponi, sindaco di Treia

«Le critiche infondate rivolte alla dottoressa e, indirettamente, a tutti i giovani colleghi sono ingiuste e inaccettabili. In un momento di grave carenza di medici di base, occorre invece sostenerli e valorizzarli». Esprime solidarietà il sindaco di Treia Franco Capponi nei confronti di Federica Medei, medico di base 27enne che nei giorni scorsi ha trovato sul cartello degli orari un foglio con scritto: “Che tristezza! Voi giovani medici senza ideali e senza spirito di servizio. Una vergogna!”.

Ieri Medei, medico di medica generale a Passo di Treia, aveva scelto di raccontare la vicenda per rendere pubblica quella che racconta essere una mancanza di rispetto sempre più all’ordine del giorno, soprattutto nei confronti dei giovani camici bianchi.

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Martina Medei

«Sono la prima linea del sistema sanitario e portano competenze nuove, fondamentali per il futuro della nostra comunità oltre che passione e dedizione per svolgere un compito forse mai così difficile come in questi tempi – sottolinea Capponi – ribadiamo il nostro apprezzamento per tutti i giovani medici che operano nella nostra realtà e che, con coraggio e passione, hanno scelto di intraprendere la difficile, ma fondamentale funzione di medici di base. L’inizio della carriera è una delle sfide più difficili: spesso isolante, complessa e carica di responsabilità, per questo riteniamo fondamentale che istituzioni come Regione e Ast garantiscano un supporto concreto, attraverso programmi di mentorship: mettendo in contatto i neo-medici con colleghi più esperti, capaci di guidarli dalle pratiche burocratiche alla gestione del rapporto con i pazienti. Ma anche formazione continua, condizioni di lavoro sostenibili e strumenti tecnologici adeguati. Solo così i giovani medici potranno crescere professionalmente e offrire un servizio ancora più qualificato ai cittadini. Servono iniziative pubbliche e istituzionali che valorizzino il ruolo dei medici di base, non solo nella cura, ma anche nella prevenzione e nella gestione della salute della comunità, così da restituire loro la giusta dignità professionale».

Per il primo cittadino è altrettanto importante «assicurare condizioni di lavoro sostenibili, con una remunerazione adeguata e un carico di pazienti proporzionato, soprattutto nelle aree interne, dove l’invecchiamento della popolazione e la carenza di strutture residenziali e socio-sanitarie rendono l’attività ancora più gravosa». Capponi chiede alle istituzioni «un impegno concreto e strutturale: creare un contesto in cui i giovani medici possano sentirsi supportati, riconosciuti e messi nelle condizioni di crescere professionalmente, perchè questo significa rafforzare l’intero sistema sanitario e garantire un futuro migliore per le nostre comunità. Comprendiamo, dunque, l’amarezza della dottoressa Medei, frutto del suo impegno e della passione che dedica alla professione – conclude il sindaco – ma questo episodio ci offre anche l’occasione di ribadire il grande apprezzamento che la stragrande maggioranza dei cittadini e l’amministrazione comunale nutrono per lei e per tutti i giovani colleghi che scelgono di dedicarsi alla medicina di base».

Blarasin

Andrea Blarasin

Sostegno dopo l’episodio è arrivato anche dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia di Macerata Andrea Blarasin: «E’ purtroppo il segnale di un clima che non può essere sottovalutato. «Un gesto grave, che ferisce la dignità non solo di chi ogni giorno si mette a disposizione dei pazienti, ma dell’intero mondo sanitario. A lei, come a tutti i professionisti della salute, va la solidarietà di chi riconosce il valore di un lavoro svolto in condizioni spesso difficili, tra carichi eccessivi, turni infiniti e risorse non sempre adeguate. È inaccettabile che, oltre a queste fatiche, i medici debbano subire anche aggressioni verbali, qualche volta anche fisiche, o insulti gratuiti da parte di chi dovrebbe invece avere gratitudine e rispetto. La verità è che la sanità e il sociale rappresentano un settore fragile e cruciale insieme, una colonna portante della nostra comunità che merita di essere sostenuta con forza. Episodi come quello di Treia devono spingere tutti – cittadini, istituzioni e politica – a un’assunzione di responsabilità collettiva».

Foglio di insulti sul cartello degli orari: «I pazienti si sentono in diritto di poter mancare di rispetto»



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