Sorpresi dal maltempo lungo il sentiero che collega Foce al lago di Pilato. Se la sono vista brutta otto escursionisti, soccorsi ieri lungo il sentiero intorno alle 17.45 da una squadra dei Vigili del fuoco di Ascoli, in collaborazione con il Soccorso alpino.
Il gruppo è stato colto di sorpresa da un improvviso peggioramento delle condizioni meteo e si è trovato in difficoltà lungo il percorso. I soccorritori li hanno raggiunti e, dopo aver verificato le condizioni di sicurezza, li hanno riaccompagnati a valle.
L’episodio sottolinea ancora una volta l’importanza di affrontare la montagna con la giusta preparazione: consultare le previsioni del tempo, attrezzarsi adeguatamente e informarsi sul percorso sono accorgimenti indispensabili per evitare situazioni di pericolo e ridurre la necessità di interventi di emergenza.
Troppi punti vendita del decathlon creano alpinisti della domenica!!!!!
Marco Micozzi veramente
Normalmente chi va in montagna mette in conto che si prenda qualche lavata e ci si attrezza. Chi ha pagato le spese?
Potete scrivere tutte le cattiverie che volete ma alla fine dellanno quando si fanno le statistiche queste dicono che a perdere la vita in montagna x la maggior parte sono sempre esperti e pure per il loro recupero vengono spesi fior di soldi quindi abbiate più rispetto con i vostri commenti e ricordatevi che il 50-60% dei montanari che vanno al mare non sa nuotare ma per questo non viene impedito loro di fare il bagno
Adessotutti in montagna.le previsioni..cervelli??
Leggendo i commenti mi viene da pensare come mai tutta questa cattiveria, anche se sono d'accordo che in montagna non ci si va da sprovveduti, con chi ha bisogno di aiuto mentre nessuno si incavola per quanto ci costa ogni weekend una singola partita di calcio per la sicurezza e per i danni che fanno i cornuti tifosi ????
Piernicola Bonanni cattiveria? Questo dono cattivi Von se stessi, con chi ci ha a che fare, con i figli e i cani che di portano appresso
La gente commenta senza sapere cosa è successo, scrivendo cose non vere ed offendendo senza motivo, "gente che gira in ciabatte etc.. " eravamo tutti bene attrezzati invece. Facevo parte del gruppo, nessuno di noi ha chiamato i soccorsi, ( è impensabile che esca un elicottero o altro con una tempesta di fulmini) perché ci siamo soccorsi da soli. Nessuno era ferito e ci siamo rifugiati in una caverna, accendendo un fuocherello per scaldarci ed asciugare i vestiti, prestando aiuto anche ad altre persone con noi. Quando il temporale è passato abbiamo ripreso il cammino del ritorno tutti insieme e, finita la parte tecnica, quando il percorso si allarga e ritorna quasi pianeggiante, abbiamo visto i mezzi dei vigili del fuoco e del soccorso alpino, che gentilmente ci hanno dato un passaggio a valle. Boomeroni che commentate su Facebook, scansateve.
Giovanni Montagnini gli siete costati 4000! Aiutooo
Sai leggere? Non ho chiamato i soccorsi, nessuno ne aveva bisogno. Mi chiedi se mi son divertito a saltare fra le rocce sfuggendo ai fulmini con la grandine? Certo che si, pura adrenalina, poi col fuoco nella caverna ho proprio goduto.
Il periodo turistico ci dovrebbero essere più presenze forestali ,enti del parco e volontari che vigilano come i bagnini al mare poi la segnalazione dei percorsi fa pena
Filippo Di Mulo se non si è soddisfatti del servizio si può rimanere a casa o andare al mare, dove sono i bagnini
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se videro un cielo un po coperto avranno forse pensato che bastasse un’impermeabile con cappuccio tascabile tanto è estate, ci sono lapidi di grandi alpinisti su molte montagne Italiane ed erano maestri ma se ti coglie un temporale di quelli neri gli fai una s . . .
Il caso è interessante perché a leggere i commenti di uno degli otto escursionisti un boomerone non capisce neanche più se sono stati soccorsi mentre se la stavano vedendo brutta o se invece sono stati quasi disturbati mentre si stavano divertendo da matti.
Se Montagnini dice il vero l’articolo mente.
Comunque le chiamate ai numeri di emergenza vengono automaticamente registrate.
Chissà perché gli escursionisti impudenti che richiedono poi costosi soccorsi (e pericolosi per i soccorritori), stanno antipatici a tutti noi?
Perché siamo invidiosi, loro sanno divertirsi, approfittare del maltempo per procurarsi pura adrenalina saltando fra le rocce intanto che sfuggono ai fulmini con la grandine, loro sono una generazione di fenomeni, invece noi no.
Sulle creste aguzze delle Alpi,
il patriarcato alpino erge il suo scettro,
con nomi di ghiaccio e cime che sfidano il cielo,
si proclama re di ogni sentiero.
L’Appennino, antico, dolce e curvo,
con dorsali che sussurrano al vento,
è costretto a chinarsi, a farsi più piccolo,
sotto l’ombra di un nome che non è suo.
“Alpino” risuona, fiero e severo,
in ogni chiamata, in ogni pensiero.
Ma l’Appennino tace, il cuore ferito,
la sua voce strozzata, il suo orgoglio smarrito.
Le sue valli cantano di ulivi e castagni,
di borghi sospesi, di antichi sogni.
Ma il mondo lo chiama con un nome straniero,
come fosse vassallo d’un regno più fiero.
Oh, patriarcato alpino, con arroganza t’ergi,
imponi il tuo stemma su pendii che convergi.
Ma l’Appennino vive, respira, resiste,
nelle sue pietre antiche il suo spirito insiste.
Un giorno si alzerà, con voce di tuono,
reclamerà il suo nome, il suo posto, il suo suono.
Non più oppresso, non più sottomesso,
l’Appennino sarà libero, fiero, permesso.
E allora il soccorso, che sia montano davvero,
canterà per le cime, dal nord al sentiero.
Un nome per tutti, che unisca e non spezzi,
per Alpi e Appennini, fratelli di creste.
Zeus,gli occhiali…
Inutile, quel boomerone di Zeus questi non li coglie coi fulmini neanche se si mette gli occhiali, son troppo svelti.
Hai ragione anche tu, Pavoni, quanta cattiveria in questa società nei confronti di chi tiene un’altra montuosità.