di Laura Boccanera (foto di Federico De Marco)
San Marone prende il largo scortato da 21 imbarcazioni in corteo. Partecipatissima quest’anno la cerimonia della processione in mare con l’ulna del santo all’interno del reliquario.
Il rito in occasione della festa del patrono è iniziato con la cerimonia religiosa all’interno della chiesa di Cristo Re alla presenza di tutte le autorità civili e militari e del vescovo Rocco Pennacchio assieme a tutti i parroci della città.
La corona in mare
Poi in processione, con in testa la banda cittadina (e la polizia locale costretta anche ad effettuare alcune rimozioni di auto che non hanno rispettato il divieto di sosta nell’area di pertinenza della manifestazione)
La processione
il corteo ha raggiunto l’area portuale dove l’urna con la reliquia è stata imbarcata a bordo del peschereccio Braveheart, di proprietà della famiglia Barboni, sorteggiato per il trasporto in mare del santo.
A bordo anche il vescovo e le autorità e a seguire 21 imbarcazioni fra quelle in uso alle forze dell’ordine, capitaneria di porto, il gommone dei vigili del fuoco, guardia di finanza e tutti i pescherecci e le imbarcazioni da diporto, barca a vela, catamarano e barco a motore che hanno accompagnato la reliquia in corteo da sponda a sponda.
Il sindaco Fabrizio Ciarapica depone la corona in mare
L’itinerario ha puntato a nord fino all’Asola e al ritorno fino alla foce del Chienti per poi fermarsi al tramonto davanti al porto al largo per la preghiera che è stata dedicata alle famiglie dei portuali e ai migranti con la deposizione in mare della corona d’alloro in memoria delle vittime del mare.
Pescherecci durante il corteo
Mario Barboni, armatore Braveheart
Gli spettatori al porto
Il rientro del corteo al porto
Il vescovo Rocco Pennacchio
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