Basso Bacino del Chienti,
no dei condomini ai costi di bonifica

CIVITANOVA - Firmato un documento unitario da parte dei condomini dell'ex Silga contro la richiesta del Comune di finanziare interventi di messa in sicurezza. Si costituisce un comitato ad hoc che unisce residenti con i firmatari degli esposti

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di Laura Boccanera

«No» al tentativo dell’ amministrazione di scaricare sui proprietari l’onere della messa in sicurezza delle aree contaminate. È questa la risposta arrivata da una parte dei condomini del complesso ex Silga gomma, riuniti al centro civico del quartiere Risorgimento di Civitanova che hanno sottoscritto un documento unitario destinato all’ufficio tecnico comunale quale risposta alla lettera inviata qualche settimana fa nella quale il comune chiedeva ai proprietari le azioni messi in campo per la bonifica del sito inquinato. 

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Paolo Squadroni, presidente del costituendo comitato

Una risposta unitaria che ha segnato anche il primo atto ufficiale del costituendo “Comitato del basso bacino del Chienti” che ha riunito i condomini direttamente interessati dalla vicenda con i promotori degli esposti, tra cui Paolo Squadroni, Giuliana Venturini e Domenico Bevilacqua, oltre all’avvocato Massimo Luzi che segue i ricorsi.

 

«Con il documento i condomini hanno detto no allo spudorato tentativo da parte delle amministrazioni di venir meno alle proprie responsabilità mettendo in conto ai privati proprietari, “soggetti passivi” dell’inquinamento, l’onere di organizzare e finanziare di tasca propria la messa in sicurezza “perpetua” delle aree contaminate presenti nel comprensorio del Basso Bacino del Chienti – spiegano dal comitato -.

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Ricordiamo, se mai ve ne fosse bisogno, che non può essere bonificata, perché la bonifica è unitaria e riguarda l’intero sito di 26 chilometri quadrati più 1.200 ettari di fondale marino. Ci si augura che tante altre persone raggiunte dalla stessa comunicazione, non solo di Civitanova ma anche degli altri Comuni del sito, si uniscano a questa risposta collettiva per smontare da subito questa modalità d’azione delle istituzioni, vero e proprio delitto nei confronti della salute dell’ambiente e dei cittadini, e verso cui invitiamo fin d’ora la magistratura a condurre opportune indagini, come già chiesto negli esposti inviati alle procure di Fermo e Macerata».

(foto De Marco)

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