Gianni Giuli
«In campo con la lista civica “I marchigiani per Acquaroli” per mantenere la mia idea di libertà fuori dalla logica dei partiti, ma impegnarmi per sostenere il governatore regionale Francesco Acquaroli.
In questi anni ho visto in lui una visione politica innovativa, un progetto politico di cambiamento che ha rilanciato il futuro delle Marche sia da un punto di vista economico che sociale. Ho conosciuto un uomo con una grande sensibilità e capacità di ascolto, cosa non scontata per un politico. Il mio impegno sarà per riportare le persone e il territorio vicini al sistema sanitario regionale, le fragilità, la sicurezza delle città, la next generation». Riassume così la sua scelta di candidarsi il direttore del Dipartimento dipendenze patologiche dell’Ast di Macerata, Gianni Giuli.
Dottor Giuli, come mai questa scelta?
«Ho scelto di candidarmi perché, da tempo lavoro come direttore di Dipartimento, conosco molto bene la sanità, le problematiche non solo della città di Macerata, ma anche quelle delle zone interne e della costa. In questi 5 anni ho lavorato a fianco del governatore Acquaroli conoscendo una persona che completa la capacità politica di innovazione con una sensibilità umana che gli permette di tener conto di aspetti relativi alla sofferenza e alla fragilità per le quali solo la visione politica non basta. Il governatore è un uomo “del fare” anche se (fortunatamente) non troppo presente solo nei social come altri politici. Credo di poter mettere a disposizione un’ esperienza che mi ha visto da anni vicino al disagio, ai giovani, alle famiglie».
Come si è concretizzata questa scelta?
«Parlando con il mio amico, l’avvocato Massimiliano Fraticelli, che mi ha proposto di scendere in campo. Poi la conoscenza con il senatore Guido Castelli, altro uomo politico che apprezzo profondamente, avendolo conosciuto già da quando mi recavo nell’Ascolano per lavoro, mi ha convinto per una stima reciproca e ho deciso di mettermi in gioco».
Gianni Giuli, direttore del Dipartimento dipendenze patologiche dell’Ast di Macerata
Qual è il primo tema su cui vuole concentrarsi?
«Ovviamente la sanità. Vorrei mettere in campo le mie competenze di conoscenza del Servizio sanitario regionale, della sua organizzazione e delle sue criticità, essendo stato in passato anche in Azienda Sanitaria Unica Regionale (Asur) come coordinatore regionale dei Dipartimenti delle Dipendenze Patologiche».
Cosa deve cambiare in questo settore secondo lei?
«Bisogna riportare le persone e il territorio vicini al servizio sanitario regionale perché spesso tutti noi, non ci rendiamo conto che l’Italia vanta uno dei sistemi sanitari pubblici migliori al mondo. Purtroppo la sanità è un campo dove la politica si scontra spesso. L’ospedale a volte viene visto solamente come un edificio, dimenticandosi che al suo interno vi sono gli operatori sanitari: il capitale umano a cui io voglio dedicarmi. All’interno dell’Ast io sono anche presidente del Comitato unico di garanzia, organo di garanzia per quanto riguarda le pari opportunità, lo stress lavoro correlato e l’inclusione di chi lavora nella sanità. Perché spesso ci si dimentica che in questi contenitori ci sono persone che hanno famiglia, esigenze personali (pensate a una giovane infermiera o a una giovane dottoressa che torna la lavoro dopo una gravidanza) che in questo momento a volte devono essere messe da parte per sopperire alla carenza di personale. Questa situazione di carenza di personale non può essere attribuita all’attuale governo, purtroppo è causa di scelte dei precedenti governi che hanno operato, specialmente nella nostra provincia, tagli di personale. Ricordo a tutti che l’ospedale è aperto h24, significa che gli operatori sanitari (medici, infermieri, tecnici di laboratorio, oss) sono presenti in tutti i festivi, giorno e notte, Natale e Pasqua. Noi abbiamo importanti eccellenze tra i primari e i reparti dell’ospedale di Macerata, ma molte volte è più facile criticare. Bisogna invece ottimizzare quanto più possibile il sistema sanitario regionale, partendo proprio dalle risorse umane».
C’è chi critica le scelte fatte dall’attuale governo regionale sulla sanità. Lei cosa ne pensa?
«Io credo che Acquaroli ha fatto una scelta che ha cambiato in meglio l’organizzazione del Sistema sanitario regionale. È diventato governatore dopo il Covid, un periodo che tutti ricordiamo critico per la sanità ed in seguito si è impegnato per un cambiamento di riorganizzazione enorme. La vecchia organizzazione prevedeva l’Asur, che era un grande contenitore con un bilancio economico unico per le cinque province. Tale organizzazione, non ha mai valorizzato il nostro territorio, semmai lo ha penalizzato in termini soprattutto di risorse di personale. Inoltre l’accentramento del potere comportava decisioni lente non adatte ad un governo clinico territoriale vi era una burocrazia che spesso bloccava tutto. Ora la nuova organizzazione sanitaria regionale prevede l’azienda sanitaria territoriale Ast, ma badate bene non è un passaggio banale, un cambiamento solo di acronimo (come spesso succede in Italia). E’ un cambiamento fondamentale perché tiene conto delle specificità del territorio. Le risorse economiche sono ritornate al nostro territorio e in questo modo La direzione generale ha maggiore libertà di programmazione sanitaria. Noi siamo l’Ast più vasta per territorio di tutta la regione e ora si dovrà lavorare per ottimizzare la scelta fatta. La mia esperienza mi dice che i cambiamenti organizzativi importanti necessitano di continuità. Credo nel valore di questo progetto che include la costruzione del nuovo ospedale di Macerata e il rafforzare le politiche del territorio. Viviamo un momento critico che va condiviso con la popolazione: c’è una grossa difficoltà nel reperire medici ed infermieri, la medicina di base ha visto un cambiamento generazionale importante. I giovani medici di base sono il futuro della sanità territoriale, ma anche qui c’è una grande carenza di figure mediche. Ora questa situazione critica non si può attribuire alla responsabilità di scelte sbagliate dell’attuale governo regionale. E’ una bella sfida, ma io sono abituato alle sfide e mi voglio impegnare per la riuscita di questo progetto Tornando al valore del personale, è importante anche la tutela della sicurezza. Lei è testimone diretto delle aggressioni ai sanitari. «Ho passato un periodo molto difficile e certamente vorrei lavorare per una protezione maggiore del personale sanitario e quindi sulla sicurezza per prevenire le aggressioni. Purtroppo credo che in alcuni casi siano conseguenza delle troppe critiche che vengono fatte al sistema sanitario, in cui si dice che non funziona niente. Ci sono invece percorsi terapeutici virtuosi che ha volte non vengono valorizzati. Quando l’utente si presenta in ospedale scarica la rabbia per questa convinzione su chi si trova davanti per primo, e cioè medici e infermieri. È un momento difficile che dobbiamo superare insieme. Vorrei lavorare per capire dove possiamo attuare misure ben precise per tutelare i luoghi più a rischio».
Gianni Giuli con l’avvocato Giuseppe Bommarito
Dalla sua esperienza di ascolto di pazienti e famiglie, quali altre esigenze emergono?
«Che ci sono tante famiglie in difficoltà. Non solo le patologie legate alle dipendenze patologiche, che io curo, ma penso alle patologie psichiatriche, alla disabilità, all’Alzheimer. Quando una persona si ammala crea un malessere in tutta la famiglia, Qualcosa è stato fatto, poi la pandemia ha stoppato un po’ tutto: ora si deve ricominciare e investire nei servizi di prossimità. Voglio ascoltare le istanze di queste persone , in campagna elettorale vorrei parlare con queste realtà fragili e capire come poter lavorare di più sull’integrazione sociosanitaria, e i servizi di prossimità. Il suo cavallo di battaglia saranno anche le dipendenze patologiche? Questo è scontato, tanti anni di battaglia contro la droga con l’aiuto fondamentale dell’avvocato Giuseppe Bommarito, tanti anni di vicinanza alla sofferenza dei pazienti e delle loro famiglie. La stigma nei confronti di chi soffre di dipendenza patologica , da una parte vorrei fare questa battaglia per i pazienti , molte volte isolati , vorrei rinforzare le politiche di reinserimento per chi , affetto da dipendenza patologica, si vuole curare. La famiglia di chi soffre di dipendenza patologiche va aiutata, molte volte ne condivido l’impotenza di poter fare qualcosa per il proprio famigliare. Devo dire che il ministro Mantovano, con il quale collaboro, facendo parte di commissioni nazionali che si occupano di prevenzione nelle scuole, ha messo in campo molte risorse con l’utilizzo delle risorse dell’ 8×1000. La partecipazione a queste commissione mi ha fatto confrontare con la realtà delle periferie metropolitane. Allora penso alla fortuna di essere in provincia (anche se non possiamo dire che sia un’isola felice), la possibilità di attuare politiche condivise con le varie istituzioni del territorio e con il privato sociale. C’è bisogno di creare luoghi educativi. È anche importante comprendere che le famiglie non possono essere colpevolizzate di non saper educare, molte volte altre forze, pensate ai social network, riescono ad essere negativamente incisive sui comportamenti e condizionano le scelte dei ragazzi. A volte normalizzando comportamenti inadeguati. Penso a luoghi educativi come strumenti fondamentali. L’esempio della Lube Academy , che vede imprenditori illuminati come Giulianelli e Sileoni investire risorse per il futuro dei giovani a sostegno delle famiglie, è uno straordinario esempio di quello che si può costruire come strumento di prevenzione nel nostro territorio. L’aggregazione educativa e lo sport sono fondamentali per prevenire le dipendenze. Il mio sogno è dare continuità alle risorse che la Regione ha messo già in campo per progetti di prevenzione sul territorio. Infine il problema della sicurezza dei territori , a mio parere è fortemente legata alla droga , alla disponibilità e l’uso della stessa, l’uso crea problematiche di ordine pubblico continue. Vorrei sottolineare il grosso lavoro sul territorio delle forze dell’ordine, che non è solo un lavoro di tipo repressivo, ma anche preventivo e di grande umanità. Su questa tematica bisogna però attuare misure più incisive».
Invece cosa emerge dal contatto con i giovani?
«Che la nostra regione può tornare a essere attrattiva per loro. Nel 2024 dall’Italia sono partiti per l’estero 500mila ragazzi. Dobbiamo fermare questo esodo e credo che la Zona economica speciale possa darci delle chance per questo rafforzando le imprese del territorio. Inoltre non dimentichiamo che nella nostra provincia abbiamo due Università di grande valore e queste sono sicuramente un attrattore. I giovani hanno molte risorse personali, ma vivono un momento difficile con una visione del futuro negativa. Mi piace pensare di riuscire a ridare loro il desiderio di essere protagonisti delle loro vite e far riacquistare nelle giovani generazioni la fiducia nella politica e la consapevolezza che loro, con il voto, hanno in mano lo strumento per fare la differenza. Quando parlo con i giovani, cerco di spiegare che votare è importante, perché si tratta di una scelta. La stessa che ho fatto io scendendo in campo».
(redazione Cm)
Se è vero ciò che dice che "l'ospedale viene visto solamente come un edificio dimenticandosi che al suo interno ci sono operatori sanitari" e poi le dipendenze patologiche (droga alcool e fumo)...vorrei ricordare che nel nuovo piano sanitario regionale 23-25 tale documento parla di risorse umane (pagina 189) e dipendenze (pag 96)...argomenti importanti da meritare almeno le prime pagine della relazione
È uno dei più grandi competenti per il trattamento delle dipendenze: super impegnato nel difficile lavoro in un settore delicato e difficilissimo della Medicina su cui operare: un grande per impegno e competenza: ha salvato tanti ragazzi che c'erano cascati: ce ne fossero come lui.
Beh..se fosse vero
Impegno per la sanità ma ci lavori e non riesci a vedere che tutto è allo sbando più totale e basta entrare per un attimo nei pronto soccorso dove sembra di essere in ospedali da campo tanti sono i pazienti parcheggiati su lettigghe, anche per giorni, lungo i corridoi e il popolo italiano merita ben altro trattamento, invece i pazienti sono abbandonati a loro stessi malgrado il lavoro degli addetti non sia da mettere in discussione ma l'organizzazione è da terzo mondo.
Immagino perché ti sei schierato.....per fare i tuoi....
Un altro giuli che racconta...... Ahhh giuliiiiii
Raga,non state all'opposizione eh...
Sarebbe sufficiente che funzionasse bene il Sert
E dove Eri fino ad ora Fenomeno....
Le liste d'attesa sono il CAMBIAMENTO VERO
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Si tiene fuori dalla logica dei partiti. Leggendo l’articolo qualche dubbio lo fa venire. Ma mi ha fatto venire in mente un’altro episodio….
Scendere in campo, mettersi in gioco.Frasi fatte e luoghi comuni pieni di niente.
https://m.cronachemaceratesi.it/2025/08/08/ha-una-pensione-di-600-euro-ne-ha-pagati-230-per-la-risonanza-perche-urgente-cera-solo-a-pagamento/1986022/ Dr. Giuli, quando ha finito di allisciare Acquaroli e Castelli, si legga per favore questo post. Non siamo neanche noi tutti Alice nel paese delle meraviglie.
Che belle immagini. Sul tema della sanità si decideranno le prossime elezioni, con un dato per riflettere. Contrariamente a quanto asserito da più parti circa la visione chiara e lungimirante sulla riforma della sanità in atto, Acquaroli in tempi non sospetti nominò il Dr Salvi, ex primario di Torrette come sottosegretario alla sanità marchigiana. Di fatto un commissariamento dell’assessore Saltamartini e certamente non un attestato di stima per il lavoro svolto. Per quanto riguarda poi l’AST di Macerata urge ricordare che l’attuale DG, il Dr Marini è il sesto dirigente ad occupare la poltrona più elevata della sanità di Macerata in cinque anni, dopo Daniela Corsi, Antonio Draisci, Armando Gozzini, Milco Coacci e Marco Ricci. Un pò di confusione da quelle parti o sbaglio?
Guardo con interesse alla candidatura di Gianni Giuli, con il quale da 15 anni (e quindi assolutamente in tempi non sospetti) ho portato avanti innumerevoli iniziative di prevenzione rispetto all’alcol e alle droghe tra i giovani e i cittadini della nostra provincia.
Porta con sè una sicura competenza in materia di sanità pubblica (il settore prioritario delle Regioni), per la quale ha sempre lavorato, e una competenza altamente specialistica e professionale in materia di dipendenze, da sostanze e comportamentali.
Spero fortemente che, se eletto, la sua prima proposta di legge verta sull’obbligo di sottoporre tutti i consiglieri regionali eletti, gli assessori nominati e i dirigenti apicali dell’ente ad un esame periodico relativo all’uso di sostanze stupefacenti.
Se questo esame è obbligatorio per chi conduce gli autobus (tanto per fare un esempio tra i tanti), a maggior ragione dovrebbe essere obbligatorio per chi pretende di guidare l’ente Regione.
Eccone un altro. D’altronde in Italia prima contava il “pezzo di carta” ora invece l’incarico pubblico vale molto di più
Il nullacosmico di questo tizio è fantastico…