Sanità, Carancini attacca la Regione:
«A parità di mansioni contratti diversi
tra lavoratori pubblici e privati»

MACERATA - Il candidato consigliere del Pd contesta la decisione della giunta Acquaroli di bocciare un emendamento del gruppo di opposizione che avrebbe cancellato la differenza di trattamento

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Romano Carancini

Sanità, il tema accende la campagna elettorale come era largamente prevedibile e a muoversi è il consigliere regionale uscente Romano Carancini che si ricandida nelle fila dem.

Il prologo: «Il segno lasciato in questi cinque anni dal governo Acquaroli è – assicura Carancini – senza ombra di dubbio quello della netta divaricazione delle disuguaglianze che caratterizzano la nostra regione. Ma se è soprattutto nella sanità che queste si sono acuite come mai era accaduto prima, sia per quanto concerne le possibilità di accesso ai servizi (non è un caso che le statistiche ci dicano che ormai più di un marchigiano su dieci rinuncia a curarsi) sia all’interno dello stesso sistema sanitario regionale. Spicca, in tal senso, la decisione della giunta regionale di avallare la disparità tra i lavoratori della sanità pubblica e privata, i quali, allo stato attuale, pur svolgendo le medesime mansioni, si vedono applicate condizioni economiche e contrattuali dissimili».

L’attacco all’esecutivo Acquaroli: «Raccogliendo le numerose segnalazioni che mi sono giunte – aggiunge l’esponente maceratese dei Democrat – ho provato durante una recente discussione in aula a porre rimedio a questa vergognosa ingiustizia, proponendo un emendamento all’Assestamento di Bilancio, sottoscritto da tutti i colleghi del Pd, che invitava la giunta Acquaroli a modificare la normativa regionale riguardante la disciplina dell’accreditamento istituzionale e degli accordi contrattuali delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private. Il mio obiettivo era quello di sanare una disparità nei confronti degli oltre 5mila lavoratori della sanità privata, d’altra parte, ciò è quanto chiedono ormai da tempo i sindacati della sanità con diversi sit in e manifestazioni. Come sempre, di fronte a una domanda di giustizia, il presidente e i suoi assessori si sono voltati dall’altra parte, lasciando che i consiglieri del centrodestra affossassero la proposta con il loro voto contrario». La promessa finale: «Naturalmente se alle prossime elezioni regionale del 28 e 29 settembre la maggioranza dei marchigiani sceglierà di premiare l’alternativa di governo rappresentata da Matteo Ricci, questa ingiustizia sarà sanata in occasione del primo Bilancio di previsione della nuova legislatura».

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