L’ultimo Consiglio regionale,
Latini saluta citando Papa Francesco

SALUTI - La seduta odierna ha concluso i lavori dell'undicesima legislatura (salvo imprevisti legati al caso Putzu) e il presidente ha chiuso la seduta odierna con i suoi ringraziamenti: «Percorso lungo e impegnativo, ma anche nello scontro tutti sono stati spinti da una volontà di partecipazione alla costruzione del bene comune»

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La foto di fine legislatura della maggioranza

Salvo imprevisti legati al caso Putzu, quella di oggi è stata l’ultima seduta del Consiglio regionale dell’undicesima legislatura regionale. Un momento solenne che il presidente Dino Latini ha voluto chiudere con un discorso all’aula.

«Avverto forte l’esigenza di rivolgere ad ognuno dei consiglieri un sentito ringraziamento per questo lungo ed impegnativo percorso in cui costantemente, specialmente in questo periodo di profonda crisi e di profonde innovazioni istituzionali, si sono profuse notevoli energie – ha detto Latini – l’impegno fin qui profuso è stato notevole e abbiamo sempre tutti insieme cercato di coinvolgere i cittadini, adoperandoci per un migliore futuro della comunità, ponendo sempre il nostro bagaglio culturale a disposizione delle Istituzioni per qualunque problema sia stato oggetto di discussione in consiglio regionale. Ognuno, anche nella diversità di pensiero, ha interpretato e dimostrato un’attenzione per le Marche e una volontà di partecipazione alla costruzione del bene comune, che ci ha richiamati ogni giorno all’importanza delle nostre responsabilità e ha reso quest’esperienza, a volte anche dura e faticosa, intensa ed entusiasmante, svolto con correttezza, serietà e competenza».

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Dino Latini, presidente del Consiglio regionale

Sono stati anni intensi, ha sottolineato l’ex sindaco di Osimo. «La nostra è stata una storia coraggiosa e intensa – ha aggiunto Latini – lo testimoniano tutti i lavori compiuti in aula e nelle commissioni, nei gruppi, nell’ufficio di presidenza. Abbiamo svolto tutti insieme un importante ruolo propositivo, creando le condizioni non solo per condividere le nostre idee ma anche per migliore le condizioni di vita dei marchigiani. Ripercorrere a ritroso tutto questo tempo non è affatto semplice, per le tantissime attività e il difficile lavoro svolto insieme, ma è stato un nostro dovere e noi non ci siamo mai tirati indietro, respingendo la retorica che vuole dipingere la politica e la sua classe dirigente come un peso per la comunità e non la sua rappresentanza come invece siamo stati seriamente. Abbiamo inteso coralmente il ruolo di chi governa come quello di chi vuole garantire e assicurare relazioni limpide e positive, con il Consiglio, con i colleghi e con le istituzioni.  La ricerca di un atteggiamento di “normalità” è stata la sfida quotidiana fatta anche di confronti, con la consapevolezza che si stesse operando per il nostro bene comune. Altro ringraziamento al personale della segreteria e per il tangibile supporto a tutte le attività del Consiglio. Ringrazio il presidente Acquaroli e la giunta regionale per aver consentito al consiglio regionale di svolgere il suo compito con autonomia sui più importanti argomenti e problemi che hanno riguardato le Marche e per aver aderito alla proposta di essere io eletto quale presidente del consiglio della Regione Marche come ringrazio tutti coloro che mi hanno eletto. Concludo infine con un ringraziamento alla nostre famiglie, compagni e compagni e conviventi, la cui presenza e comprensione per le nostre tante “assenze”, ci ha permesso di andare avanti nella responsabilità del ruolo. Il loro appoggio ci ha fortemente stimolato nel cercare di svolgere al meglio il nostro mandato».

Quindi la chiosa citando Papa Francesco. Con una piccola aggiunta. «“Sognate grandi cose. Sognate che con voi il mondo può essere diverso. Se voi date il meglio di voi stessi aiutate il mondo a essere diverso. Non dimenticare, sognate”, a cui aggiungo la mia “chi non rischia, non cammina”.  E sono certo che noi tutti insieme in questi cinque anni abbiamo rischiato per camminare insieme per le Marche».



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