La prima edizione della Celtic night a Montelago
di Marco Ribechi
Il 6 agosto prenderà il via il festival di musica celtica più famoso d’Italia ma in origine doveva essere un’edizione singola chiamata la Notte celtica. Se il Montelago Celtic Festival può oggi vantare ben 22 edizioni e un continuo crescendo di attività e pubblico lo si deve alla tenacia di Maurizio Serafini e Luciano Monceri, ideatori e promotori dell’evento fin dagli albori. «La prima edizione risale al 2003 ed era in un’altra location – commentano Serafini e Monceri – nel vero altopiano di Montelago, tra Sefro, Camerino e Serravalle. Durò solo una notte, quella tra il sabato e la domenica, ancora oggi infatti abbiamo mantenuto questa tradizione e il festival infatti termina all’alba di domenica. Il gruppo ospite si chiamava Berrogüetto, una formazione storica galiziana che si sciolse poco dopo, fu subito un grande successo».
Maurizio Serafini e Luciano Monceri
L’appuntamento era stato finanziato dalla Provincia all’interno del festival itinerante Terra di teatri che si proponeva di valorizzare i luoghi dell’entroterra lontani dagli spettacoli. «L’idea di fondo è che ogni tipologia di luogo potesse essere adatto ad ospitare un evento – proseguono gli ideatori – ogni giornata aveva un tema, dall’osservazione delle stelle, al recupero delle cave passando per le tende mongole. Proprio per sostenere l’organizzazione nacque l’associazione ArteNomade». Tra le varie serate c’era anche la celtic night: «Eravamo appassionati di questa musica e di questa cultura – dice Serafini – quando ci autorizzarono pensammo subito a Montelago. Gli appuntamenti di solito attiravano massimo 500 partecipanti, ma quella notte arrivarono sull’altopiano 3 o 4mila persone. Qualcuno, che aveva già intuito lo spirito della festa, portò anche la tenda. Ricordo perfettamente che c’erano tre pro loco a fornire il cibo, ma alle 19,30 era già tutto terminato. Allora scesero a valle in paese e svuotarono tutti i supermercati e i generi alimentari. Si mangiava pane e nutella, pane e tonno, fette biscottate, di tutto. Il sindaco rimase entusiasta e disse che era un evento da ripetere assolutamente. I fondi del festival però erano finiti così decidemmo di continuare in maniera autonoma».
Un’immagine della prima notte
Le prime quattro edizioni rimasero nell’altopiano di Montelago: «Nella seconda e terza edizione l’incasso era dovuto soprattutto al parcheggio e al cibo – spiega Monceri – alla quinta ci spostammo nell’attuale altopiano di Taverne di Serravalle perché ci fu un’interrogazione parlamentare in quanto venivamo accusati di danneggiare il campo. Così il sindaco Rocchi, che è ancora primo cittadino di Serravalle (leggi l’articolo), ci propose di spostarci nel suo Comune». A questo punto l’appuntamento prende la forma del festival con concerti anche al venerdì: «La gente continuava ad aumentare di anno in anno – spiegano gli organizzatori – divenne subito un appuntamento popolare e, diciamo dal 2016, è un evento di rilevanza nazionale».
Hevia
Oggi l’organizzazione è molto più complessa a causa di regole più ferree e della dimensione del festival in cui sorge per alcuni giorni una vera e propria città dotata di tutti i servizi possibili. «Arrivano circa 13mila persone paganti – conclude Serafini – ArteNomade è una costola che si occupa dell’accoglienza dei turisti, del palco e della logistica ma la responsabilità è passata a mio figlio Michele. Ora posso vivere il festival con un po’ più di calma. Ogni anno per me è un sogno che diventa realtà, ho un’enorme soddisfazione anche per i tanti musicisti che siamo riusciti a portare in tante edizioni, personaggi che abbiamo sempre ascoltato e ammirato sono venuti al nostro festival estivo».
Per scoprire il programma dell’edizione 2025 consulta il sito di Montelago Celtic Festival
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Complimenti a loro, già bravi come Vincisgrassi. Dimostrazione di come si possa fare qualcosa di grande anche qui in Regione e senza risorse pubbliche.