Il Camerino Festival ai saluti:
«Ormai è un riferimento regionale»

EVENTO - La kermesse si è chiusa ieri sera con il concerto “La Trio Sonata in Italia” alla basilica di San Venanzio. Il plauso della vicesindaca Antonella Nalli: «Un’edizione che resterà certamente nella memoria di tutti»

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Si è concluso ieri sera nella suggestiva cornice della basilica di San Venanzio, il Camerino Festival 2025, con il concerto barocco “La Trio Sonata in Italia”, omaggio alla grande tradizione musicale italiana, impreziosito dalle musiche di Corelli, Vivaldi e altri maestri del Settecento.

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«Il Camerino Festival 2025 – dichiara la vicesindaca Antonella Nalli, presente alla serata conclusiva insieme al vicepresidente del Consiglio regionale Gianluca Pasqui – ha confermato ancora una volta il suo ruolo di rassegna culturale di riferimento per la regione e non solo. La sua programmazione ricca, articolata e di alto livello artistico dimostra quanto la cultura, quando è proposta con passione, competenza e visione, riesca a coinvolgere, emozionare e generare valore per il territorio. Il connubio tra musica, arte e luoghi di straordinaria bellezza storica come quelli di Camerino crea un’esperienza unica, che arricchisce chi vi partecipa e rafforza il legame tra comunità e patrimonio culturale. Un ringraziamento speciale va ai direttori artistici Vincenzo Correnti (Adesso Musica), Daniele Massimi (Musicamdo) e Francesco Rosati (Gioventù Musicale d’Italia – Camerino), che con sensibilità, spirito di collaborazione e una visione condivisa hanno costruito un cartellone di rara qualità. Il loro impegno ha saputo coniugare tradizione e innovazione, valorizzando il talento, la creatività e l’identità culturale del nostro territorio. A loro va il plauso dell’amministrazione comunale e della città intera, per aver reso possibile un’edizione che resterà certamente nella memoria di tutti».

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Dal 10 luglio al 3 agosto, la città ducale è tornata ad animarsi con una rassegna di altissimo livello che ha saputo intrecciare generi musicali, epoche storiche e linguaggi espressivi differenti, offrendo al pubblico una programmazione ricca e variegata. Tutti gli appuntamenti hanno registrato un’ottima affluenza, con un pubblico caloroso e numeroso, proveniente anche da fuori regione. Il Festival si era aperto il 10 luglio al Convento dei Cappuccini di Renacavata con l’Ensemble Micrologus a presentare in prima assoluta “Giullari di Dio”, un omaggio in musica e teatro alla figura di San Francesco d’Assisi. Il giorno successivo, l’11 luglio, la Rocca Borgesca aveva ospitato Peppe Servillo, Javier Girotto e Natalio Mangalavite con “L’anno che verrà”,  reinterpretazione del repertorio di Lucio Dalla. Il 17 luglio, ancora alla Rocca Borgesca, il bassista spagnolo Vincen García aveva incantato il pubblico con una tappa del suo Ventura Tour, in un mix di jazz, funk e sonorità latine. Il 23 luglio era stata la volta del Gomalan Brass Quintet, che aveva portato all’Accademia della Musica Abf “F. Corelli” lo spettacolo “Made in Italy”, narrazione musicale tra opera, cinema e tradizione popolare. Il 31 luglio, a Rocca d’Ajello, i Signum Saxophone Quartet sono stati protagonisti di “Chameleon”, un viaggio musicale attraverso stili ed epoche, da Bach a Bernstein.

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