Le sepolture
Strutture murarie di epoca medievale, varie sepolture e reperti che vanno dall’epoca preromana a quella romana, da quella altomedievale fino a quella moderna. Questi i risultati degli studi archeologici nell’ambito dei lavori di riqualificazione di piazza Matteotti, pubblicati dalla Soprintendenza Abap per le province di Ascoli, Fermo e Macerata (soprintendente Giovanni Issini e funzionaria archeologa Cecilia Gobbi).
C’è dunque una storia tutta da scrivere riguardo le origini di Potenza Picena: si ipotizza che ci sia stato un abitato piceno sul colle della città.
Gli studi svolti dalla società cooperativa Archeolab di Macerata hanno quindi evidenziato la presenza di tante attestazioni di natura archeologica. A partire alcune strutture murarie di epoca medievale probabilmente riconducibili all’ultima fase di via dell’antica Pieve di Santo Stefano e diverse sepolture.
Reperto
La struttura religiosa, attestata fin dall’anno 900 d.C., perdura fino alla fine del XVIII sec., quando viene abbattuta definitivamente (1796) per ampliare la piazza comunale, come attestano alcuni documenti di archivio conservati a Fermo. La Pieve ha uno sviluppo longitudinale a tre navate da est a ovest con l’abside ubicata sul lato Est della piazza, di fronte a Palazzo Buonaccorsi; il muro di facciata invece è stato individuato al centro della stessa, parallelo alla fontana.
Gli interventi archeologici hanno consentito, inoltre, di raccogliere numerosissimi reperti archeologici, sia in giacitura primaria che secondaria, inquadrabili in un ampio arco cronologico che va dall’epoca preromana a quella romana, da quella altomedievale fino ad arrivare ad epoca moderna, documentando pertanto una presenza antropica persistente e articolata.
In particolare hanno notevole importanza alcuni strati che hanno restituito una grande quantità di frammenti ceramici di epoca preromana (VI-III sec. a.C.), che, pur non riconducibili a strutture archeologiche definite, fanno ipotizzare la presenza di un abitato piceno sul colle di Potenza Picena.
«Studi preliminari fin qui condotti sembrano suggerire – dicono dalla Soprintendenza – nonostante la complessità che indagini di archeologia urbana comunemente comportano, un contesto storico archeologico di assoluto rilievo, che sarà approfondito con lo studio accurato delle risultanze emerse. I lavori di ricerca archeologica hanno consentito lo svolgimento dei lavori di sistemazione della piazza, che sarà di nuovo completamente fruibile dal mese di settembre».
Piazza Matteotti svela le sue radici: reperti piceni riscrivono la storia?
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