La Numerical Series n.14 del Thao Dance Theater
di Marco Ribechi
Civitanova Danza chiude la stagione estiva, applauditissimo lo spettacolo del Tao Dance Theater. Era molto atteso e non ha tradito le aspettative l’ultimo appuntamento della rassegna civitanovese andato in scena ieri sera al teatro Rossini. Numeroso il pubblico presente in platea per assistere all’esibizione di una delle compagnie internazionali più acclamate sulla scena mondiale, fondata a Pechino nel 2008 dal coreografo Tao Ye insieme a Duan Ni e Wang Hao. Tra gli spettatori presenti anche il direttore artistico del Macerata Opera Festival Marco Vinco e la soprintendente Lucia Chiatti che tornano alla danza dopo lo stupendo spettacolo allo Sferisterio con la Carmen di Antonio Gades, realizzato in collaborazione proprio con la kermesse civitanovese (leggi l’articolo).
La Numerical Series n.13
Se la Carmen aveva brillato per la sua carica emotiva e per i ritmi frenetici del flamenco, le coreografie del Tao Dance Theater, intitolate Numerical Series 13 & 14 in riferimento al numero di danzatori coinvolti, si spostano su un terreno completamente differente nell’interpretazione del corpo e dei movimenti della danza. Un approccio estetico, musicale e coreografico minimalista, già ben espresso anche dai titoli, che focalizza sul movimento puro riducendo al minimo o eliminando elementi esterni come narrazioni complesse, scenografie elaborate e costumi vistosi, sostituiti da una sorta di divise urbane. In 13, per 13 danzatori, a dominare sono i colori pastello dati da degli abiti oversize e asimmetrici che, nei movimenti circolari e ripetitivi, quasi ipnotici, tendono a rendere indistinguibili i vari danzatori. La coreografia si sviluppa secondo uno schema triplice, indagando tre modi del corpo di relazionarsi: l’assolo, il duetto, l’ensemble.
Da un amalgama unico di 13 corpi in movimento unisono e identico nel gruppo, attraverso improvvisi guizzi o cadute stramazzanti al suolo, si delineano progressivamente formazioni diverse riflettendo in un certo senso l’esistenza dell’uomo contemporaneo fatta di incontri, scontri, abbandoni e abbracci più consolatori che affettivi. I corpi in movimento appaiono quasi come degli ingranaggi, come suggerisce anche una musica ossessiva di pianoforte basata su pochissimi accordi e composta da Xiao Ye, che si muovono in senso circolare senza una vera ragione oppure che si paralizzano al suolo in pose plastiche, come cadaveri stremati dalla modernità. Il risultato non è tremendo o doloroso ma ne esce comunque una sensazione di assenza di emozioni e iniziative individuali, nonostante la coreografia diventi collettiva e corale sul finale.
La seconda parte dell’appuntamento, intitolata 14 per 14 danzatori, è invece uno studio sul ritmo dove repentine alternanze tra stasi e spostamenti fanno emergere le possibilità inerenti al corpo umano. Questa scena, a differenza della precedente, è coloratissima poiché ogni danzatore indossa una sorta di tuta monocroma a tinte forti e sgargianti. L’aspetto musicale però appare ancor più ridotto all’osso con il ritmo scandito solamente dal suono ossessivo di un metronomo. I corpi quindi diventano semplici strumenti ritmici portati all’estremo dove punti, linee e piani si intersecano nello spazio. Entrambe le coreografie si basano quindi sulla ripetizione e sulla variazione incrementale creando un effetto ipnotico anche attraverso il “Circular Movement System” con cui Tao Ye esplora il corpo in modo quasi matematico piuttosto che attraverso gesti espressivi o narrativi.
Ancora una volta Civitanova Danza porta nel maceratese un appuntamento di caratura assoluta, già acclamato alla Biennale di Venezia e applaudito nei cinque continenti in oltre 40 paesi attraverso 100 diversi festival, facendo della Tao Dance Theater una delle compagnie di danza moderna più richieste sulla scena internazionale. Il coreografo Tao Ye insieme alla costumista Ni Duan al termine dell’appuntamento sono saliti sul palco insieme alla compagnia per i saluti finali, ringraziando con composti inchini per i tantissimi applausi ricevuti.
A sinistra Tao Ye e Ni Duan
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