Massimo D’Este in Consiglio
di Francesca Marsili
«Abbiamo chiesto a Massimo D’Este, nostro consigliere di riferimento, di presentare una mozione di sfiducia nei confronti di Sclavi». Ad annunciarlo è il coordinatore della lista di opposizione Civico 22, Paolo Dignani. La decisione arriva dopo la richiesta al sindaco Mauro Sclavi, inascoltata, di convocare un Consiglio comunale straordinario a seguito della cacciata dei suoi tre assessori, e nel quale discutere della grave crisi politica che in tutta evidenza ha investito la maggioranza.
«Ma l’appello è caduto nel vuoto – commenta Dignani -, evidentemente non ha alcuna intenzione di riferire in sede istituzionale delle ragioni vere del suo atto. Ragioni che paiono essere tutt’affatto diverse da quelle ufficialmente enunciate. E’ la cosa è grave». Da qui la richiesta a D’Este di presentare una mozione di sfiducia a fronte di una proposta elaborata dal gruppo. «Fino in ultimo abbiamo sperato prevalesse il buonsenso, e che alle fibrillazioni della coalizione di governo, le quali minacciano seriamente l’efficacia dell’azione amministrativa, potesse trovarsi soluzione in sede istituzionale. D’Este dovrà ora verificare se ci sono le condizioni politiche perché anche altri consiglieri di minoranza condividano l’impianto della nostra mozione e si raggiunga dunque il numero di firme necessario alla sua presentazione».
Paolo Dignani
Ne occorrono sei, i due quinti dei consiglieri comunali. Civico 22 sostiene che un sano dibattito circa quanto sta succedendo nella sede deputata del Consiglio «è ineludibile», e che Sclavi «non può sottrarsi dallo spiegare perché le ragioni del ritiro della delega a Fabiano Gobbi indicate nel relativo decreto non coincidono affatto con quanto in altre sedi egli stesso dichiarato, e deve assolutamente pure rendere conto dell’accordo segreto tra lui e i vertici locali di Forza Italia, la cui esistenza è nel frattempo venuta alla luce, in base al quale questo partito, all’insaputa di tutti, sarebbe già da diversi mesi entrato a far parte della Giunta con un proprio assessore, lo stesso Gobbi, per l’appunto (che da parte sua solo da ultimo ha detto della tessera che aveva in tasca). Ne va della salvaguardia del principio di trasparenza amministrativa e della credibilità della massima autorità politica della città»- aggiunge – Mentre infuriano furibondi scontri «che hanno più il sapore di regolamenti di conti che altro, la città ha più che mai bisogno di un governo forte e di un progetto politico chiaro per affrontare le tante questioni che chiedono un’azione amministrativa decisa. Vedasi, tra le altre, la riqualificazione della nostra casa di riposo, il rilancio delle terme di Santa Lucia e la finalizzazione dei fondi intercettati; ma, prima ancora, sia la questione dell’Assm, che non possiamo assolutamente permettere perda la gestione dell’acqua a favore di soggetti privati, sia quella del forte rischio che Tolentino corre, secondo le previsioni del nuovo Prgr, di divenire la sede di un termovalorizzatore a servizio dell’intera regione» – conclude il coordinatore.
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