
L’ospedale di Civitanova
di Alessandro Luzi
Rapina, truffa e lesioni a personale sanitario per via di una ecografia: 43enne rinviato a giudizio. Oggi si è svolta l’udienza davanti al gup Claudio Bonifazi del tribunale di Macerata. Tutto ha inizio il 31 gennaio 2023 quando l’imputato, Giampaolo Corradini di Porto Sant’Elpidio, avrebbe prenotato una ecografia all’ospedale di Civitanova. Secondo l’accusa l’uomo avrebbe fatto l’esame senza pagare e, pochi minuti dopo, avrebbe chiamato il Cup per spostare l’ecografia ad un’altra data. La nuova prenotazione era stata fissata al 30 ottobre 2023 all’Inrca di Fermo.
Questa operazione, prosegue l’accusa, avrebbe creato un errore nel sistema informatico delle strutture sanitarie della Regione: in sostanza i dati del Cup e del reparto non corrispondevano. E intanto l’uomo, secondo l’accusa, sostenuta dal pm Vincenzo Carusi, avrebbe fatto l’esame ma non avrebbe pagato (da qui l’accusa di truffa).

L’avvocato Paolo Cecchetti
La vicenda prosegue poi il 5 aprile 2023 quando l’imputato si sarebbe presentato al reparto di Radiologia dell’ospedale di Civitanova per ritirare il referto. Lì un’impiegata della segreteria, una 35enne di Corridonia, gli avrebbe fatto notare che la volta precedente non aveva pagato e quindi non gli avrebbe consegnato il referto. A quel punto il 43enne avrebbe insultato la donna con frasi come: «Te la faccio pagare, ti denuncio all’Urp, fate schifo».
Poi, per impossessarsi del documento, avrebbe fatto cadere l’impiegata (da qui la contestazione di rapina). A seguito della caduta la donna avrebbe riportato traumi ad una costola, al collo e alla schiena (prognosi 30 giorni).

L’avvocato Pietro Siciliano
Nel frattempo sarebbe intervenuto anche un medico in servizio nel reparto e l’uomo, prosegue l’accusa, avrebbe chiuso la porta d’uscita colpendo il medico ad un braccio (aveva riportato sette giorni). Episodio questo che la difesa contesta, così come la truffa e la rapina (il 43enne è assistito dall’avvocato Pietro Siciliano).
Oggi si sono costituiti parte civile l’impiegata (assistita dall’avvocato Pierfrancesco Maceratini) e l’Ast di Macerata (tutelata dall’avvocato Paolo Cecchetti). L’Ast ha chiesto un risarcimento di 100mila euro. Il processo si aprirà il 12 marzo davanti al giudice Domenico Potetti.
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