Davide Susanetti
di Marco Ribechi
Capire Medea per capire Norma. Agli Aperitivi culturali degli Antichi forni di Macerata è stata una mattinata di connessioni, ovvero quelle tragiche che intercorrono tra il personaggio di Euripide e quello dell’opera di Vincenzo Bellini, che questa sera andrà in scena allo Sferisterio. Entrambe legate all’idea di figlicidio, crimine già analizzato nel dettaglio durante l’Aperitivo accreditato per la formazione forense (leggi l’articolo), rappresentano in realtà due mondi culturali e sociali estremamente differenti, così come sono diverse le scelte che le due donne prenderanno nelle rispettive tragedie.
A scandagliare l’animo di Medea è un nuovo arrivo nel team degli Aperitivi Culturali, Davide Susanetti, docente di Letteratura greca al dipartimento di Studi linguistici e letterari dell’Università di Padova, esperto di tragedie greche e saggista. Susanetti è in parte già conosciuto dal pubblico di Macerata per le ripetute partecipazioni al festival I Fumi della Fornace di Valle Cascia.
Davide Susanetti e Cinzia Maroni
«Medea è sicuramente una donna – spiega Susanetti – ma ha dei tratti terribili in quanto straniera. La sapienza di Medea interroga il supposto sapere dei suoi interlocutori e, come Dionisio, a poco a poco, lo distrugge». Pur essendo barbara e straniera, mostra una dialettica e una sapienza superiore a quella dei greci: «Lei in essenza dice che il sapere non è sapienza – prosegue l’ospite nel suo intervento – con la sua spiccata dialettica mostra il limite del sapere dei suoi interlocutori greci. Appartiene alla dimensione dell’altro, dell’oltre, ovvero ciò che porta conoscenza, smascherando la falsa conoscenza della società che avrebbe dovuto accoglierla».
Secondo Giasone infatti conoscere Nomos (la legge), per una persona che viene dalla violenza e dalla barbarie, sarebbe già un vantaggio acquisito, una conquista. Ma Medea mostra che le regole non sono altro che ipocrisie proprio perché Giasone è il primo ad infrangerle.
Il proprietario del ristorante Il Quartino
Ma la scelta finale riguardo ai figli è assolutamente differente da quella di Norma.
«Per quanto riguarda i figli bisogna mettersi nell’orizzonte arcaico a cui appartiene il testo greco – prosegue Susanetti -. Il singolo individuo all’epoca contava meno rispetto ad oggi e i figli erano proprietà del padre, indicavano la discendenza paterna. Quindi la scelta di Medea in parte può essere vista anche come sacrificio, siamo certi che sia la madre ad agire e non la sacerdotessa che compie un rito necessario?».
Inoltre Medea, pur essendo straniera, agisce secondo le regole e la mentalità greca, secondo le categorie dionisiache che già sono incluse nella cultura di appartenenza, solo che rappresentano il lato opposto e per questo risultano mostruose. In verità però Medea non fa altro che svelare ciò che già c’è ma che si vuole lasciare celato.
L’appuntamento è stato accompagnato anche da alcune letture di Euripide da parte di Gabriela Lampa e dalla proiezione di parti del film di Pier Paolo Pasolini.
Il prossimo Aperitivo Culturale si terrà giovedì 8 agosto con Andrea Panzavolta, uno degli ospiti più acclamati, che tratterà il tema: “Ludus tragico. Dai clerici vagantes ai bohémiens”.
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