di Marco Ribechi
Le più celebri arie dell’opera risuonano tra gli applausi nella Notte di Luna piena. Pubblico da prima e tanti battiti di mani per il concerto di gala per le 60 edizioni del Festival allo Sferisterio di Macerata. L’evento è avvenuto sotto l’effige della Luna piena che risplendeva in cielo e che è anche stata scelta come motivo guida dell’intera stagione.
Una rassegna di alcuni dei brani più celebri che hanno emozionato nei decenni l’arena eseguiti dai protagonisti della stagione lirica ovvero gli interpreti delle tre opere in programma: Turandot, Norma e La Bohéme. Sul palco insieme a loro anche un colpo d’occhio molto suggestivo, circa 250 elementi dei vari cori affiliati all’Associazione Regionale Cori Marchigiani, nella buca sotto al palco come sempre la Form condotta dal maestro Michelangelo Mazza.
Gli interpreti, tutti acclamati dai presenti, si sono mossi tra il meglio della produzione italiana, ovvero Rossini, Donizetti, Bellini, Verdi, Puccini e Leoncavallo, con alcune incursioni tratte dalla Carmen di Georges Bizet e Thaїs di Jules Massenet, la cui Méditation è stata eseguita al violino da Giovanni Andrea Zanon. Particolarmente potenti i cori proposti: il Va, pensiero del Nabucco, il Coro degli zingari da Il trovatore, il Coro a bocca chiusa della Madama Butterfly e naturalmente il Votre Teast tratto dalla Carmen, in accompagnamento di Mario Cassi e il Nessun Dorma della Turandot, con Angelo Villari anche protagonista dell’allestimento di quest’anno.
Acclamata anche Daria Ruback, che con Antonio Poli ha eseguito Amami Alfredo da La Traviata. I tanti fantastici interpreti dei cast delle tre opere del 2024 ampiamente acclamati da un pubblico in parte composto da appassionati di opera ma in parte anche da persone in avvicinamento, che magari non frequentano gli spettacoli ma che comunque hanno potuto godere del bel canto. Da menzionare anche le proiezioni realizzate dagli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Macerata che hanno aggiunto un tocco cosmico di colore ai bellissimi canti.
(foto Luna Simoncini)
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Serata piacevolissima, atmosfera magica, brani noti, apprezzati anche per l’eccellenza degli interpreti che li hanno modulati con armonia e delicatezza. Non era facile gestire un coro cosi numeroso ma il maestro Mazza è stato all’altezza della situazione. Giovanni Andrea Zanon con il suo violino ha messo in risalto anche la perfetta acustica dello Sferisterio. Una bella trovata il brindisi della Traviata nel finale con le donne schierate da una parte e gli uomini dall’altra.