La roverella secolare oggetto dell’intervento
di Francesca Marsili
Non solo nuove piante, ma anche e soprattutto salvaguardia del patrimonio arboreo esistente. Questa è la filosofia che spinge la Fondazione Giustiniani Bandini a ricercare innovativi interventi per limitare il più possibile la perdite degli alberi più longevi e importanti presenti nella Riserva naturale dell’Abbadia di Fiastra. Dopo l’emozionale “Parco della Vita”, con alberi piantati in ricordo di un affetto, arriva un intervento più strettamente legato alla Riserva, botanico: l’endoterapia su di una quercia secolare per infondere nuova linfa vitale, con l’obiettivo di garantirle, per quanto possibile, la massima longevità.
Misurazioni della roverella secolare
La roverella in questione, che ha subito il trattamento “anti-aging” si trova nel cuore della Riserva: una quercia ultracentenaria che presentava delle criticità nel suo stato di salute. Con il termine endoterapia si identifica la pratica che ha come finalità l’immissione all’interno dei vasi linfatici degli alberi, una soluzione nutritiva o di difesa, affinché sia la linfa deputata a traslocarla in tutti i distretti. L’intervento è stato effettuato da due dottori forestali: Luca Paparelli e Tommaso Spilli.
«Curare un patriarca verde come questa roverella, una delle tante grandi querce dell’Abbadia di Fiastra, risulta complesso e allo stesso tempo fondamentale perché ci si trova davanti ad una parte dell’antico patrimonio arboreo che si ha l’onore di gestire – spiega Paparelli -. Piante delicate, fragili, uniche, non facilmente rinnovabili. Occorre agire quanto più rispettosi dei più intimi meccanismi biologici che regolano la vita di un albero e si misurino con le tante implicazioni fitopatologiche, agronomiche ed arboricolturali che possono discostarsi anche molto da quelle considerate nelle ordinarie pratiche di manutenzione del verde».
Per poter conservare i nostri alberi notevoli e garantire loro, per quanto possibile, la massima longevità, è quindi necessario gestirli, comprendendo bene le loro esigenze, le loro potenzialità e le loro risposte. Gestire tali esemplari significa accompagnarli delicatamente e con la massima attenzione nel loro naturale processo evolutivo, mantenendo inalterati per quanto possibile funzionalità e morfologia. «A differenza delle irrorazioni che coinvolgono l’intera chioma delle piante arboree – evidenzia Paparelli – l’endoterapia si distingue nettamente per le quantità di prodotti impiegati, decisamente inferiori, e per la persistenza d’azione entrando in circolo nella pianta. Nulla viene disperso nell’ambiente».
Tommaso Spilli
L’intervento endoterapico è stato effettuato con il sistema “Bitecare”, un biostimolante che facilita la formazione di complessi organici utili alla difesa della pianta da agenti esterni. A spiegare i dettagli tecnici dell’intervento effettuato sull’ultracentenaria quercia che si trova a pochi metri dal “Parco della Vita” è Tommaso Spilli. «Attraverso un percussore brevettato degli aghi a punta piatta e delle dimensioni opportune, a seconda dello spessore della corteccia, vengono inseriti tra le fibre vegetali del tronco. Il passaggio del liquido non avviene a pressione, ma per infusione, in sostanza viene lasciata all’albero la necessità di attingere – spiega Spilli -. Ecco perché la durata dell’operazione è variabile: decide la pianta stessa. Al termine della terapia l’ago viene rimosso senza lasciare alcuna ferita permanente; nel giro di qualche settimana la pianta avrà completamente cicatrizzato l’ingresso dell’ago in maniera naturale».
Sebbene occorra attendere alcuni mesi per valutare se la pianta ha avuto benefici, Paparelli, al termine della terapia sottolinea: «La roverella secolare sembra abbia risposto molto bene all’endoinfusione. Nonostante l’età, anche grazie alla bella giornata di sole, la traslazione del prodotto per via linfatica ha funzionato ottimamente, ha assorbito il biostimolante meglio di come si pensava».
Quel parco all’Abbadia di Fiastra dove ogni albero ricorda qualcuno: 140 piantati in un anno
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C’è qualcosa che nell’articolo non viene detto, una qualche motivazione recondita. Non è metafisica, è peggio.