Il funerale di Andreea Rabciuc
di Alberto Bignami (Foto di Giusy Marinelli)
Si è fermata sul sagrato della cattedrale, poi ha fatto volare verso il cielo dei palloncini di colore bianco e guardando verso l’alto ha detto con voce rotta dalla commozione rivolgendosi alla figlia Andreea: «Ti lascio andare, adesso».
La mamma di Andreea libera i palloncini
E’ stato questo il gesto di Georgeta Cruceanu, la mamma di Andreea Rabciuc, alla fine del funerale della figlia celebrato nella cattedrale di Jesi questo pomeriggio alle 15. In tanti hanno partecipato all’ultimo saluto alla ragazza, scomparsa a 27 anni il 12 marzo 2022 e il cui corpo è stato trovato in un casolare a Castelplanio il 20 gennaio scorso. La mamma nel corso della funzione, seduta al primo banco, ha sempre tenuto con sé un fazzoletto osservando il feretro chiaro ricoperto di fiori bianchi e su cui c’era il peluche di un unicorno di colore rosa (creatura mitologica che amava).
Piazza Federico II a Jesi questo pomeriggio ha iniziato a riempirsi prima ancora dell’arrivo del feretro di Andreea, alle 15.
Amici, conoscenti e semplici cittadini che hanno voluto mostrare il proprio affetto e stringersi in un grande abbraccio attorno a mamma Georgeta, al papà Simone, al fratello Tommaso e alla sorella Asia. Poco dopo l’arrivo del feretro è giunta anche la mamma Georgeta, scoppiata in un pianto, e sorretta dai parenti. Dopo il rintocco delle campane, il feretro è entrato in chiesa.
A celebrare la messa, il vescovo della diocesi, Gerardo Rocconi, assistito dal parroco don Claudio Procicchiani. Presenti il sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo, il dirigente del Commissariato, Paolo Arena e rappresentanze delle forze dell’ordine.
La mamma di Andreea, Georgeta, in lacrime, seduta al primo banco accanto al compagno
Di Andreea non si ebbero più notizie dalla mattina del 12 marzo 2022 quando, dopo aver litigato con l’ex fidanzato Simone Gresti, al momento unico indagato per le ipotesi di reato di sequestro di persona, spaccio, omicidio volontario e in alternativa, per istigazione al suicidio (ma sempre proclamatosi estraneo ai fatti ndr); era stata ad una festa insieme ad alcuni amici, in un casolare privato della Vallesina. La giovane, al termine di un litigio, si allontanò a piedi da sola, tra le 6,30 e le 7, lungo la strada Montecarottese, diretta a Jesi dove abita con la mamma. Luogo che non raggiunse mai.
Non avendo più sue notizie, iniziarono le ricerche rese difficili dal fatto che non era localizzabile poiché, dalla festa, la 27enne se ne andò senza il suo cellulare rimasto nelle mani del fidanzato che glielo aveva preso durante il litigio. Andreea si incamminò dunque lungo la provinciale dove si trova anche un’area di servizio dotata di telecamere ma, proprio in quei giorni, queste non funzionavano a causa di un guasto. Difficile dunque capire quale direzione potesse aver preso.
Durante questi due anni, prima che il corpo venisse poi ritrovato casualmente in un casolare a Castelplanio; protezione civile, vigili del fuoco, forze dell’ordine e la stessa pm titolare delle indagini, Irene Bilotta, effettuarono numerosi sopralluoghi ispezionando case abbandonate, pozzi e laghetti. Di lei, però, nessuna traccia. Nessuna, fino a quel 20 gennaio scorso quando il proprietario del casolare lungo via Monte Adamo, a poche centinaia di metri da quello dove si tenne la festicciola, una volta entrato per prelevare della legna da bruciare, fece la scoperta rinvenendo proprio nel locale adibito a legnaia, uno scheletro con indosso quegli identici vestiti che Andreea indossava nel giorno della sua scomparsa. L’identificazione della ragazza avvenne con certezza, una volta effettuato l’esame del Dna. Al momento le indagini aperte non sono arrivate ancora a conclusione. Il corpo di Andreea sarebbe però rimasto, in questi anni, sempre all’interno di quel vecchio casolare pericolante, a Castelplanio, esaminato una prima volta proprio pochi giorni dopo la scomparsa della 27enne su richiesta del proprietario, dopo aver notato le forze dell’ordine impegnate nelle ricerche, riferendo di una finestra rotta, trovata sul retro dell’edificio. Controlli che però dettero esito negativo seppur il corpo, secondo gli inquirenti e a seguito di specifiche analisi e Tac, non sia stato mai spostato da lì. L’ipotesi, dunque, che si trovasse in un punto poco visibile del rudere, riaffiorato solo a seguito di un crollo parziale di una parte del solaio, avvenuto proprio nella legnaia.
(Servizio in aggiornamento)
Tra la folla anche il sindaco di Jesi, Lorenzo Fiordelmondo
Le rose bianche e blu, i colori preferiti da Andreea, con il pupazzetto dell’unicorno che portava sempre con sè
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R.i.p
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I vili assassinii giornalieri di donne indifese (per una influenza satanica che spinge verso queste soluzioni di odio rabbioso) ci hanno quasi abituati all’indifferenza, al punto che la novità è quella dei giorni in cui tali fatti non avvengono… Però morti come quelle di una giovane, che scompare lasciando nella sofferenza continua le persone che l’amano – in particolare una madre – e che sperano di riabbracciarla, quando invece, alla fine, riappare nelle condizioni irriconoscibili, dopo una morte solitaria in un luogo solitario – come è avvenuta – lascia sgomenti. Un genitore sogna di dipartire prima dei figli e dei nipoti. Mai dopo… Non resta allora che accettare questo destino che appare ingiusto. E stringerci nell’altrui dolore, nel nostro dolore. Sapendo, per i credenti, che le lacrime ci saranno asciugate e che li riabbracceremo un giorno in un ambiente di pace, diverso dall’attuale.