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Attraversano l’Italia a piedi:
«Dieci euro al giorno per mangiare
e dormiamo dove capita» (Video)

ON THE ROAD - Il tolentinate Davide Mengoni e l'aretino Nico Ralli, studenti di 20 anni, sono partiti ieri da Santa Maria di Leuca con destinazione Milano (una marcia da 1.100 chilometri). «E' una sfida con noi stessi. Calcoliamo arriveremo a metà ottobre. Niente hotel, nessun mezzo di trasporto. Vogliamo dare un esempio: meno cellulari e più contatto con il mondo». Unica tappa obbligata il 23 settembre a Marina Palmense per le nozze d'oro dei nonni

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Davide Mengoni

Davide Mengoni in un momento di pausa

di Francesca Marsili

Da Santa Maria di Leuca fino a Milano a piedi: l’impresa del tolentinate Davide Mengoni e del suo amico Nico Ralli, di Arezzo, entrambi ventenni, è quella di attraversare l’Italia camminando per 1100 chilometri. Negli zaini una borraccia, una tenda, due cambi e un poncho per la pioggia e ai piedi un paio di scarpe da tennis. L’essenziale.

Il resto è improvvisazione, magari qualche colpo di fortuna per mangiare e trovare ricovero per la notte. Perché tra i motivi che hanno spinto i due giovanissimi a percorrere lo stivale da sud a nord dicono «c’è quello di cambiare la mentalità con la quale affrontare i problemi quotidiani, una sfida con noi stessi». A legarli è un’amicizia nata in facoltà, entrambi sono al terzo anno di Scienze motorie nell’ateneo di Perugia. A maggio, mentre erano in auto insieme, si sono detti: «Facciamo una pazzia?» «Sì. A settembre partiamo». E ieri sono partiti dal tacco d’Italia, Santa Maria di Leuca alla volta di Milano, dove l’arrivo è previsto per metà ottobre. Ma con un punto fermo: «Il 23 settembre dobbiamo essere a Marina Palmense per le nozze d’oro dei miei nonni, anche con le gambe rotte – scherza il tolentinate Davide Mengoni – altrimenti sono dolori».

Davide Mengoni NICO Ralli

Davide Mengoni e Nico Ralli (a destra)

L’accordo tra i due è: nessun mezzo di trasporto e niente alberghi per dormire, si va avanti solo con le proprie forze e con ciò che si ha e con quello che il destino e la disponibilità della gente del posto vorrà offrire loro.

«L’itinerario è quello elaborato da Google maps digitando il percorso più breve da Leuca a Milano – spiega Davide – poi abbiamo inserito alcuni luoghi di interesse che vogliamo attraversare, principalmente il mare. Sono circa 1100 chilometri. Sulla base delle nostre possibilità fisiche cammineremo in media 7 ore e mezza al giorno, che sono tantissime. A volte anche 10, nei casi in cui ci troveremo a passare in zone pressoché disabitate dove nessuno, in caso di bisogno, potrebbe darci una mano. Dovremo percorrere ogni giorno una media di 26 chilometri – aggiunge -, pensiamo di arrivare a Milano a metà ottobre se tutto va bene, camminando ogni giorno». I due, con l’energia tipica della loro età e un entusiasmo contagioso spiegano che dopo aver deciso di attraversare l’Italia il primo ostacolo è stato, comprensibilmente, quello di convincere la resistenza dei genitori. «Preoccupati hanno cercato di dissuaderci, ma noi siamo teste calde, non ci fermiamo nemmeno con le vesciche ai piedi» – raccontano mentre sono in viaggio sulla strada statale verso la prossima tappa, Nardò.

WhatsApp-Image-2023-09-04-at-16.59.51-650x621«Ieri, il primo giorno di viaggio – dice Nico – abbiamo camminato per 5 ore, 25 chilometri, da Leuca a Taurisano. In questo paese abbiamo chiesto ospitalità per la notte al parroco della chiesa. Abbiamo dormito nello spogliatoio dell’oratorio, per terra, ma con un bagno per farci la doccia. E’ stato fantastico, siamo felicissimi e pronti a tutto». Davide fa eco all’amico: «Ci siamo prefissati di adattarci a tutto. Cercheremo di spendere il meno possibile, massimo 10 euro al giorno per mangiare, se non avremo la fortuna di incontrare qualcuno che magari vorrà offrirci qualcosa. Per il resto vogliamo contare solo sulle nostre gambe». Una sfida, così vedono l’impresa di attraversare l’Italia i due ragazzi. Del loro viaggio racconteranno giorno per giorno, come una sorta di diario, sui principali social network nella loro pagina “tipi_atipici”. «I motivi che ci hanno spinto a fare questa pazzia è quella di sfidare noi stessi per adattarci meglio alla vita, con una nuova mentalità. Imparare a gestire lo stress e spostare sempre più avanti i nostri limiti» spiegano. Sfida, una parola che purtroppo, recentemente, è stata scenario social di esempi estremamente negativi. Ma che nel caso di Davide e Nico vuol essere invece un esempio positivo: «Voremmo spronare i giovani ad usare meno il telefono, col rischio di isolarsi, e entrare in contatto col mondo esterno che regala tantissime belle emozioni».



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