Ogni mattina alle 6 sul lungomare
per camminare insieme
«Alla Stracivitanova correremo per le donne»

CIVITANOVA - Il dinamico "Gruppo delle 6" lancia un messaggio di solidarietà contro la violenza in occasione della gara cittadina. 75 per ora le adesioni

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Il “Gruppo delle 6”

di Laura Boccanera

Ci saranno anche le 75 donne (e uomini) del “Gruppo delle 6” in corsa alla Stracivitanova. Si tratta di una bella brigata di civitanovesi che ogni mattina alle 6, da ormai 3 anni si riunisce sul lungomare per correre o camminare.

gruppo-delle-6-300x400Un’iniziativa nata da Anna Maria Mosca che ha esorcizzato così la sua malattia grazie al sostegno di tante persone e a quell’appuntamento quotidiano. E per l’occasione della Stracivitanova hanno aggiunto un messaggio in più: correre contro la violenza sulle donne, senza la necessità di una ricorrenza, per tenere un faro acceso su un’emergenza che, oltre che nei numeri, è culturale.

«Abbiamo creato questa maglietta con su scritto “stop alla violenza” – dice Alice Pennesi che è tra le promotrici – e abbiamo pensato di diffondere il messaggio con lo sport perché è un linguaggio universale. Di violenza sulle donne non si deve parlare solo il 25 novembre, o per l’8 marzo, grazie a questo evento vogliamo correre per ricordare e per una rivoluzione culturale».

L’idea in realtà è nata da un uomo, uno di quelli del gruppo “delle 6” Giuseppe Masullo: «Il gruppo delle 6 l’ho creato dopo il Covid – racconta Anna Maria Mosca – dopo un tumore non potendo più correre ho creato questo gruppo per superare quel periodo brutto e siamo rimasti uniti. Abbiamo partecipato alla Stracivitanova anche lo scorso anno e per questa edizione abbiamo voluto aggiungere un messaggio con la creazione della maglietta e di alcune spille, così anche chi gareggia con la propria maglia o col proprio gruppo e vuole condividere il messaggio può farlo con la spilla. Puntiamo a vincere il premio per il gruppo più numeroso».

Infine Cristiana Cirelli che ricorda come «violenza sulle donne non significa solo botte e maltrattamenti, ma sono anche le politiche di genere inique o quando un bambino dice ad una compagna di scuola “stai zitta perché sei una femmina”. Vogliamo da qui promuovere la rivoluzione culturale».

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