Villa Lauri a Macerata
di Ugo Bellesi
Ci si chiede spesso, soprattutto tra gli amanti della lirica, come mai Macerata, che vanta, grazie allo Sferisterio, una bella tradizione nel bel canto non abbia un Conservatorio di musica (come Fermo, come Pesaro e come altre città), una scuola di danza o di recitazione, e neanche di scenografia che potrebbe trovare in Dante Ferretti, triplice premio Oscar insieme alla moglie, un punto di forza di livello mondiale.
Ebbene siamo riusciti a fare luce su una vicenda risalente al 1987 che può spiegare tante cose anche se, purtroppo, non riusciamo a renderci conto del “perché”.
Fu proprio in quell’anno che l’architetto Gabor Bonifazi presentò uno studio per il restauro di Villa Lauri che stava diventando un rudere. Tale iniziativa fece sorgere l’idea di destinare la villa, una volta fatto il restauro, ad una istituzione che desse prestigio alla città. La stessa amministrazione provinciale prospettò anche la possibilità di trovare la soluzione giusta mediante un concorso di idee per la futura destinazione della villa.
Luciano Pavarotti
In città era ancora vivo il ricordo del maestro Carlo Perucci, direttore artistico dello Sferisterio, che aveva creato il concorso internazionale “Beniamino Gigli”. Tale iniziativa portava a Macerata tanti giovani talenti che poi venivano fatti debuttare nelle opere in programma allo Sferisterio. Questo precedente fece sorgere in Mauro Perugini, collaboratore dell’assessorato alla cultura del Comune di Macerata (che in quegli anni gestiva direttamente lo Sferisterio), l’idea di creare a Villa Lauri una “Università del melodramma” come scuola di perfezionamento, allineandosi così all’altezza di altre città sedi di stagione lirica. L’allora consigliere provinciale Luigi Sileoni appoggiò subito la proposta di Perugini che nel frattempo aveva coinvolto nell’iniziativa anche Giancarlo Del Monaco, sovrintendente allo Sferisterio che subito si disse disponibile a collaborare nell’iniziativa.
Questo clima favorevole creato in città stimolò Perugini a contattare Luciano Pavarotti (che allora risiedeva a Saliceta San Giuliano di Modena con la moglie Adua Veroni, “sempre gentilissima al telefono” tiene a precisare Perugini). Una volta resosi conto della iniziativa Pavarotti si disse subito disponibile a collaborare con Macerata e con lo Sferisterio “per aiutare i giovani talenti della lirica”. E il grande tenore aggiunse pure: “Io sono qui a Saliceta ancora qualche giorno. Se venite ne parliamo!” Perugini riferisce il colloquio all’assessore provinciale Raffaele Alberico, che era stato incaricato del progetto Villa Lauri, mettendo anche lui in contatto telefonico con Pavarotti. E il grande tenore anche all’assessore Alberico conferma la sua piena disponibilità ma ponendo delle condizioni ben precise. Da noi interpellato nei giorni scorsi lo stesso Alberico infatti ci ha confermato che Pavarotti per telefono si era detto molto favorevole precisando però: «Non fate solo polverone ma cose concrete. Ci vogliono impegni più precisi. Se fate le cose seriamente io ci sto!»
L’opuscolo pubblicato nel 1987
Ormai sembrava cosa fatta tanto che nel giugno 1987 esce un opuscolo nella cui prima pagina compare l’immagine di Villa Lauri che ha per titolo “Un’idea per Villamontalbano di Macerata”. E il sottotitolo è questo “L’Università del melodramma”. A piè di pagina c’è la scritta “Spunti per un progetto” a cura di Luigi Sileoni e Mauro Perugini.
Nel 1988 il gruppo di lavoro formato da Perugini, Del Monaco e Thomas Arndt viene affiancato da una commissione istituzionale creata dalla Provincia. Nel frattempo Del Monaco telefona a Franco Corelli e gli illustra il progetto dell’”Università del melodramma” e la disponibilità di Pavarotti. Ovviamente Corelli gli ricorda il suo profondo legame con lo Sferisterio dicendosi disponibile a collaborare al progetto per aiutare i giovani cantanti. Nessuno purtroppo si preoccupò più di organizzare l’incontro personale che Pavarotti aveva consigliato «nei giorni in cui rimaneva ancora a Saliceta». E quindi il grande tenore, non avendo più avuto alcun contatto, si disinteressò giustamente del progetto. E altrettanto fece Corelli, ovviamente.
Ma a Macerata ci si illudeva ancora che l’idea dell’Università del melodramma potesse andare in porto. E’ per questo che il 25 febbraio 1989 compare nella prima pagina de “Il Resto del Carlino” di Macerata la foto di Pavarotti con il titolo “Il si di Pavarotti”. Nella didascalia si parla di una Scuola di musica e danza spiegando che: «Il grande tenore ha parlato della cosa con l’attivissimo assessore provinciale Raffaele Alberico, esprimendo il suo apprezzamento per questa qualificante iniziativa».
Poi ci furono le elezioni provinciali e tutto venne sospeso. E questo fa pensare che l’establishment maceratese, forse intimorito da un progetto così complesso, si sia reso conto che era necessario tirar fuori non solo lungimiranza ma anche un grande coraggio, due virtù che non rientravano nella mentalità forse ancora troppo provinciale di allora.
Così quella “locomotiva della lirica”, che vedeva a bordo Pavarotti e Corelli e che avrebbe potuto trainare tanti altri vagoni, non riuscì più a trovare il binario giusto per dare grande lustro a Macerata e allo Sferisterio, tarpando così le ali anche a tante altre brillanti iniziative.
Nel frattempo Luigi Sileoni, diventato presidente della Provincia, lancia una nuova idea, quella di creare un’alta scuola di perfezionamento lirico-musicale propedeutica alla stagione lirica dello Sferisterio. In pratica egli pensa ad una Accademia dello spettacolo coinvolgendo anche Carlo Rambaldi. E’ per questo che nel periodico “Provincia Macerata” nel dicembre 1991 compare l’articolo “Primi passi per l’Accademia dello spettacolo” annunciando l’incontro a Roma tra Sileoni e il presidente dell’Agis Carlo Maria Bedini e il coinvolgimento dell’Ico (Istituto concertisti e orchestrali d’Italia). E’ per questo che allora la Provincia inizia a programmare i primi stanziamenti per il restauro di Villa Lauri.
Ma la strada ormai era diventata sempre più in salita e, con la prematura scomparsa di Sileoni, il silenzio scese definitivamente su tanti progetti e su Villa Lauri. Il mancato rapporto personale e diretto con Pavarotti aveva creato come una “ghigliottina” sull’ambizioso progetto iniziale ed è per questo che molti considerano questo risultato come “il più grande aborto culturale maceratese degli ultimi 50 anni”.
Per restituire Villa Lauri alla sua antica bellezza c’è voluto l’intervento del governo cinese tramite l’Istituto Confucio, sotto l’ottima regia dell’Università di Macerata. Ma l’idea di una Accademia dello spettacolo è stata abbandonata del tutto come già era avvenuto con il progetto di una Università del melodramma.
Non solo maceratese
Le chiacchiere fanno i pidocchi...si dice nelle Marche. E questa ne è la prova
Intanto, nella vicina Osimo
chissà come andava a finire poi
Perché siamo un popolo di ignoranti
Che peccato ! Lincuria caratteriale ( che Jimo facenne , motto tipico del maceratese) unita a strategie di gente piccola che hanno accompagnato purtroppo negli anni la storia dello Sferisterio
Macerata non se smentita mai
Che bella figura di mxxxx che fecero i nostri amministratori. Mi sbaglierò, ma stiamo andando verso il bis.
Ci siamo venduti tutto.....
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Ricordo quei momenti, ma penso che il” mancato incontro” è dovuto
anche a fattori esterni specie nel nord delle Marche.
Comunque dopo gli splendori dal 1967 al 1986 dello Sferisterio, siamo caduti sempre più in basso ed ora abbiamo raggiunto il TOP.
Nell’ultima parte dell’articolo leggo:
“…per restituire VILLA LAURI alla sua antica bellezza c’è voluto l’intervento del GOVERNO CINESE tramite l’ISTUTUTO CONFUCIO, sotto l’ottima regìa dell’UNIVERSITA’ di MACERATA.”
Quando si dice: “CADERE NEL MELODRAMMA…” come se la CINA COMUNISTA fosse una benefattrice senza scopi di ben altra natura dietro la facciata di apparente generosità…!!!
Se gli ISTITUTI CONFUCIO sono stati fatti chiudere in diversi Paesi Occidentali, l’ultimo in FINLANDIA ed in tutta la SCANDINAVIA, una ragione ci sarà…!!!
Fa bene Cronache Maceratesi a rinfrescarci la memoria su ciò che è saltato per la piccola mente dei politici maceratesi, almeno quelli che all’epoca contavano. Di Rambaldi me ne parlava sempre Micio Proietti… Come al solito siamo sempre una piccola città dalla grande Cultura che rimane nel cassetto delle pie intenzioni. Porto Civitanova non se la sarebbe fatta scappare questa grande possibilità di essere riconosciuti a livello internazionale sull’argomento della Lirica. Ormai è fatta. Per come si è messo lo Sferisterio dopo i grandi tempi di Perucci ogni ricordo diventa un lamento e basta.
i nostri amministratori da sempre hanno avuto la vista corta e non hanno pensato al futuro della città.
Quello di villa Lauri è un esempio, ma che dire che Macerata ha creato una zona industriale solo quando NON SERVIVA PIU’?