Un escavatore (foto d’archivio)
Escavatore comprato con due assegni rubati: una condanna e un’assoluzione. La sentenza è stata emessa oggi al tribunale di Macerata. Imputati per truffa e ricettazione Michele Pranzetti, 46 anni di Treia, difeso dall’avvocato Vanni Vecchioli e Giacomo Ferretti, 54enne di Osimo, difeso dall’avvocato Luca Sartini.
I fatti risalgono al 2016. Secondo l’accusa, sostenuta in aula dal pm Sabina Antognozzi, i due avevano acquistato da una ditta di Cingoli un escavatore Caterpillar pagando con due assegni la somma di 24mila euro. Quando il venditore è andato poi ad incassare la somma, è venuto fuori che i due assegni erano stati rubati sei anni prima ad uno spedizioniere. Da qui è partita la denuncia. Nel frattempo però, sempre secondo l’accusa, i due prima che si scoprisse la truffa avevano rivenduto a Treia l’escavatore ad un uomo che aveva pagato oltre 11mila euro: 8mila di anticipo e 3mila alla consegna. Scoperto il raggiro il mezzo era stato poi sequestrato.
L’avvocato Vanni Vecchioli
Oggi in tribunale è caduta l’accusa relativa alla truffa della vendita dell’escavatore all’uomo di Treia, perché la querela è stata rimessa. Mentre sono restate in piedi l’accusa di la truffa per l’acquisto dell’escavatore con gli assegni falsi e quella di ricettazione. Il pm ha chiesto per Ferretti due anni e sei mesi sia per truffa che per ricettazione, per Pranzetti sei mesi solo per truffa. La difesa di quest’ultimo ha dimostrato che l’uomo in realtà era estraneo all’acquisto dell’escavatore dalla ditta di Cingoli. Alla fine il giudice ha assolto Pranzetti per non aver commesso il fatto e ha condannato Ferretti a un anno e 5 mesi, più 500 euro di multa.
(redazione CM)
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