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Pasti ai terremotati all’Hotel Velus:
archiviata l’indagine, dissequestrati i beni
Mei: «Fatto passare per uno sciacallo»

CIVITANOVA - Il consigliere comunale commenta la vicenda che lo ha visto indagato: «Resta una profonda amarezza». Nessun arricchimento indebito. L'inchiesta era partita da un'interrogazione regionale del consigliere ex grillino Sandro Bisonni

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Stefano Mei

 

di Laura Boccanera

Arricchimento indebito con i pernottamenti dei terremotati, archiviata l’indagine. Si chiude così la vicenda giudiziaria che aveva visto come indagato Stefano Mei dell’hotel Velus di Civitanova in riferimento all’ospitalità fornita ai terremotati di Castelsantangelo fin dai primi giorni del post sisma e fino al 2018. Il giudice Claudio Bonifazi ha disposto l’archiviazione del procedimento e il dissequestro dei beni confiscati a Mei. «Si chiude una vicenda amara ancor di più perché sono stato fatto passare per uno sciacallo» commenta a caldo Mei dopo la conclusione della vicenda nata da un’interrogazione regionale del consigliere ex 5 Stelle Sandro Bisonni che aveva chiesto all’assessore regionale delucidazioni in merito alla convenzione stipulata con l’hotel Velus per l’alloggio dei terremotati. La giunta regionale aveva trasmesso gli atti alle autorità preposte ed era partita un’indagine della Guardia di finanza che contestava a Mei un arricchimento indebito. La questione era legata ai pasti consumati presso ristoranti esterni all’hotel. «La Finanza mi contestava l’arricchimento indebito perché la Regione Marche rimborsava agli hotel per la pensione completa 40 euro a notte, per la mezza pensione 35 e per il solo pernottamento 25. E siccome il ristorante che ci fatturava i pasti dei terremotati prevedeva 12 euro a pasto mi si contestava un arricchimento indebito di circa 9mila euro derivante dalla differenza fra i due costi. Ma in realtà il giudice ha accertato che non si trattava di un bando, ma di una convenzione senza specificare le singole voci e pertanto l’accusa è decaduta –  spiega Mei  – ringrazio il mio avvocato Simone Santoro, ma la vicenda resta odiosa perché la vicenda uscita sui media e in consiglio regionale con tanto di nomi mi ha tratteggiato come uno sciacallo che lucrava sulla situazione dei terremotati e non è mai stato così. Qui da noi sono stati sempre trattati al pari degli altri ospiti, anche nel periodo estivo quando non abbiamo applicato alcun sovrapprezzo. E inoltre tutti i terremotati uno ad uno sono stati disturbati e ascoltati come testimoni. Una vicenda burocratica che mi è costata in termini economici, ma soprattutto di immagine».

 

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