Fuga spericolata dopo la tentata truffa,
convalidato l’arresto del 31enne:
sospeso il reddito di cittadinanza

CORRIDONIA - Calogero Di Fede è finito in manette sabato. Questa mattina la convalida in tribunale per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Ha ammesso il tentativo di raggiro. Disposto l'obbligo di firma nei comuni dove si muoverà per motivi di lavoro (ha detto di essere un arrotino, organizzatore di feste)

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di Gianluca Ginella

Ha confessato il tentativo di truffa dello specchietto, e che però non aveva riconosciuto i carabinieri: arresto convalidato e disposto dal giudice l’obbligo di firma dove si sposterà per lavoro per il trentenne Calogero Di Fede, arrestato sabato dai militari del Reparto operativo di Macerata. Il giovane percepiva il reddito di cittadinanza, che su richiesta del pm Francesca D’Arienzo, gli è stato sospeso.

L’uomo sabato si trovava a Corridonia e stava mettendo in atto la classica truffa dello specchietto. In auto aveva dei sassi che vengono usati in questo genere di truffe per simulare il rumore dell’urto dello specchietto. Due carabinieri del Reparto operativo di Macerata, nel corso di un servizio di perlustrazione con un’auto civetta, avevano notato due vetture ferme a lato della carreggiata a Corridonia, in via Zegalara. Si erano fermati pensando ad un incidente. Quando avevano detto di essere carabinieri il giovane ha deciso di fuggire, in retromarcia ha urtato uno dei militari che è riuscito ad evitare di venire schiacciato e che ha riportato 21 giorni di prognosi. Di Fede era riuscito a fuggire, aveva fatto una ser20ie di sorpassi azzardati, e preso una rotatoria contromano. Ma nella fuga aveva fatto un paio di incidenti e l’auto aveva riportato danni tali da doversi fermare. L’uomo era stato arrestato. Questa mattina Di Fede, originario di Praia a Mare, è comparso davanti al giudice Daniela Bellesi per la convalida dell’arresto per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Il 31enne ha risposto alle domande per ricostruire quanto accaduto. Sollecitato dal pm ha ammesso il tentativo di truffa. Ha inoltre detto che non sapeva che quelli che si erano fermati fossero carabinieri. Ha detto anche di essere un arrotino, organizzatore di feste, un ambulante che gira spesso per l’Italia. Il pm ha chiesto l’obbligo di dimora per Di Fede nel suo comune di residenza (Noto, in provincia di Siracusa). Il giudice ha disposto l’obbligo di firma ai carabinieri di Macerata ma con la possibilità di firmare ai comandi o stazioni dei luoghi dove si sposterà per lavoro, una sorta di obbligo di firma “itinerante”.

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