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Bici in corteo per l’addio a “Pacì”,
omaggio davanti alla bottega
(Foto-Video)

CIVITANOVA - Una decina di biciclette hanno scortato il carro funebre all'uscita dalla chiesa. Il ricordo nell'omelia di Don Mario Colabianchi: «si dirà era un "cagnarò" o un "fricchettone", non giudichiamo dagli stereotipi, il bene che non fa rumore è quello che conta»

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Il flash mob durante il funerale di Pacifico Gaetani

 

di Laura Boccanera (foto e video di Federico De Marco)

Lo scampanellio delle bici in corteo e l’applauso al feretro fermo all’inizio di via Conchiglia è l’ultima immagine di  Pacifico Gaetani, per tutti solo “Pacì”.

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Pacifico Gaetani

All’uscita dal funerale ad accompagnare la salma in processione si sono accodate una decina di biciclette che lo hanno accompagnato attorno a piazza XX Settembre, partendo dalla chiesa di San Pietro e arrivando in via Conchiglia. Un fazzoletto di Civitanova che era il micro mondo di Pacì, l’aggiustatore di biciclette morto martedì mattina nella clinica Villa dei Pini ad 83 anni. La città ha voluto far sentire il suo calore a quell’uomo che così tanto rappresentava Civitanova anche nelle sue contraddizioni: il cuore grande dietro l’aspetto burbero. Questa mattina in tanti hanno voluto dentro e fuori la Chiesa essere presenti per un ultimo saluto. Non c’è civitanovese a cui non abbia sistemato un pedale, cambiato una gomma, installato un seggiolino. Pacì era la bicicletta, i viaggi a Cuba, le amicizie vere.

 

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Del suo carattere ha parlato anche il parroco Don Mario Colabianchi nell’omelia: «pensavo al nome – ha detto Don Mario – sicuramente ai suoi tempi era più comune di oggi, ma significa portatore di pace, colui che costruisce la pace, che sta in pace.

funerale-pacifico-gaetani-civitanova-FDM-5-325x212Mi si dirà: “ma era un cagnarò”, ma chi di noi non lo è, tendenzialmente lo siamo tutti. Ho avuto modo di vederlo, scherzoso, una parola con tutti. “Era un fricchettone, un frullatore”, sono stereotipi perché ci fermiamo sempre all’apparenza e non conosciamo a fondo le persone. Chissà quanto bene avrà fatto nella sua vita, anche solo ascoltando le parole degli altri, regalando colore alle vite altrui, risolvendo loro problemi, donando un sorriso. Il bene che si fa non è quello che viene messo in prima pagina su Cronache maceratesi – ha concluso il parroco – ma quello che non fa chiasso o rumore. E credo che il Signore guarderà al bene che ha fatto e così dobbiamo fare anche noi, senza giudicare o condannare gli altri, ma riconoscendo il bene, sono questi i segni della Resurrezione». Al termine della cerimonia il flash mob corteo organizzato dai vicini di “bottega”, dagli amici e conoscenti. Una decina le biciclette che hanno scortato il carro funebre attorno a piazza XX Settembre. Il feretro si è poi fermato in via Conchiglia dove al suono dei campanelli delle bici è partito un applauso e un “Ciao Pacì” prima che l’auto riprendesse la marcia verso il cimitero di San Marone dove la salma è stata tumulata.

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