di Alessandra Pierini
«Abbiamo avuto 1.200 pazienti tra oncologiche e non affette da endometriosi nel 2020, di queste 160 pazienti con patologie severe al terzo e quarto stadio sono state operate con successo». Mauro Pelagalli, primario di Ostetricia dell’Ospedale di Macerata, dirige anche il centro per l’endometriosi dell’Area vasta 3, riferimento di eccellenza per l’intera regione, al quale arrivano anche donne provenienti da tutta Italia.
L’iniziativa di questa sera allo Sferisterio: le dottoresse Francesca Orici e Fabia Pioli, la vicesindaca Francesca D’Alessandro e il primario Mauro Pelagalli
Oggi nella Giornata mondiale sulla sensibilizzazione per l’endometriosi, l’obiettivo è far luce su questa malattia subdola, invalidante e difficile da diagnosticare. «Colpisce il 10% della popolazione femminile – prosegue il dottor Pelagalli – e il 42% delle coppie in cerca di fertilità ma senza esito. Ci sono donne che riescono ad avere una diagnosi dopo aver consultato 5 o 6 ginecologi».
Diversi i campanelli d’allarme che devono spingere una donna a rivolgersi a un centro specializzato: «Ci sono donne che si curano per anni per il colon irritabile ma in realtà il colon non c’entra nulla. Il dolore mestruale ad esempio è un sintomo ma si tratta di dolori forti e prolungati nel periodo mestruale. Ci sono ragazze che prendono fino a 6 antidolorifici al giorno».
Una malattia che incide profondamente sulla vita quotidiana: «Una donna affetta da endometriosi severa arriva a perdere 80-90 giorni lavorativi al giorno, ma pensiamo anche alla vita coniugale. Uno dei sintomi è il dolore durante il rapporto sessuale. Ancora pensiamo all’attività ludica, un conto è poter correre, fare fitness, un conto è non poter fare queste cose perché sopraggiunge il dolore».
Cosa possono fare quelle donne che sospettano di esserne affette? «Arrivare a un diagnosi di certezza va fatto con persone specializzate in questa malattia e con un centro come quello che abbiamo organizzato a Macerata che vanta un ambulatorio dedicato, una équipe multidisciplinare e tutto lo strumentario necessario. Siamo sempre alla ricerca di nuove segnalazioni sia per la terapia medica che per l’approccio chirurgico».
Per far luce sull’endometriosi, lo Sferisterio si è tinto di giallo. «L’amministrazione ha abbracciato la nostra idea e ha manifestato sensibilità verso questo problema vissuto silenziosamente da moltissime donne. Ci sentiamo incoraggiati ad andare avanti».
Ha partecipato all’iniziativa l’assessora Francesca D’Alessandro: «Abbiamo aderito convintamente a questa campagna di sensibilizzazione sull’endometriosi, una malattia che colpisce una cospicua parte della popolazione femminile. Ancora c’è molto da lavorare su questa malattia invalidante e dolorosa. L’amministrazione è felice di contribuire alla sensibilizzazione di questa problematica femminile su cui si può e si deve fare molto. Ringraziamo il dottor Pelagalli e tutto reparto di ginecologia e ostetricia per il grande impegno profuso».
(Foto di Fabio Falcioni)
Lo Sferisterio stasera si è tinto di giallo per la campagna di sensibilizzazione “Facciamo luce sull’endometriosi”
Bravissimi! Personalmente tanti anni fa ho vissuto un esperienza terribile all ospedale di San Severino proprio perché non avevano capito un bel nulla!
Frutto della ottima sanità pubblica maceratese, marchigiana, sviluppatasi negli anni. Speriamo non venga smantellata a favore dei privati NON CONVENZIONATI e della costa.
Complimenti Doc!
Altissimi livelli
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