«Casi di violenza sulle donne
aumentati durante il lockdown:
nelle Marche 67 in tre mesi»

BASTA - La presidente regionale dell’Ordine degli Psicologi, Katia Marilungo, commenta i dati diffusi dal Viminale: «L’obbligo di restare a casa ha esposto maggiormente le donne a subire violenza da parte di un membro della propria famiglia che, sfruttando le restrizioni del Covid, ha potuto esercitare maggiore potere e controllo»

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Katia Marilungo

 

«Da marzo a giugno 2020 le segnalazioni di violenza sulle donne nelle Marche sono passate da 141 a 286, mentre gli episodi di violenza da 60 a 127». Sono i dati diffusi nell’ultimo Rapporto del Viminale e comunicati dalla presidente dell’Ordine degli Psicologi delle Marche, Katia Marilungo, che interviene sul tema per sottolineare l’importanza di non abbassare mai la guardia di fronte ad un fenomeno purtroppo ancora in crescita, come la violenza di genere. In occasione della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne” l’analisi dei numeri preoccupanti a livello nazionale lascia ben poco spazio all’interpretazione: negli 87 giorni di lockdown dovuti all’emergenza Coronavirus (9 marzo-3 giugno 2020), sono stati 58 gli omicidi in ambito familiare o affettivo, e in 44 di questi casi, le vittime sono state donne. Questo significa, che ogni due giorni una donna è stata uccisa in famiglia. Mentre se si guardano i dati relativi al periodo di non chiusura, si nota invece come gli omicidi di donne siano in media uno ogni sei giorni: il lockdown ha quindi, di fatto, triplicato gli omicidi di donne. «L’obbligo di restare a casa ha esposto maggiormente le donne a subire violenza da parte di un membro della propria famiglia che, sfruttando le restrizioni del Covid, ha potuto esercitare maggiore potere e controllo – dice la presidente dell’Ordine degli Psicologi delle Marche, Katia Marilungo – . I dati rilevati dalla rete D.i.Re – Donne in rete contro la violenza, che riunisce 85 Centri Antiviolenza (Cav) in tutto il territorio italiano, ci dicono che nel periodo dell’isolamento le domande di aiuto da parte di donne vittime di violenze sono aumentate del 79,9%. L’elemento culturale è cruciale nella considerazione della violenza di genere – prosegue Marilungo -. E’ una cultura che va scardinata e riorientata, attraverso azioni di sensibilizzazione e prevenzione all’interno dei contesti educativi e formativi. Il nostro Ordine attua questa attività di sensibilizzazione tutto l’anno, attraverso interventi formativi rivolti agli iscritti e non solo, in rete con quanti nei territori operano nel contrasto alla violenza di genere. Oltre al prezioso lavoro che i Cav svolgono per emancipare la donna dal circuito della violenza, la nostra regione vanta anche esperienze di trattamento degli uomini maltrattanti, e da sempre fornisce di supporto e tutela ai minori vittime di violenza assistita, che oltre all’esposizione ad un forte trauma, sono inseriti in un contesto di apprendimento di modalità relazionali e affettive aggressive e disadattive». E conclude: «In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne l’Ordine degli Psicologi delle Marche desidera ringraziare i numerosi professionisti che operano a vario titolo nel contrasto alla violenza di genere nel nostro territorio».

 

 



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