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di Marco Ribechi
(foto di Andrea Petinari)
E’ Fabio Curto il vincitore della trentunesima edizione di Musicultura. A sorpresa il suo pezzo “Domenica” ottiene il favore del pubblico dello Sferisterio regalando al ragazzo, già vincitore di The Voice, l’assegno da 20mila euro.
Il vincitore Fabio Curto
«Metto molto amore e passione nel mio mestiere – spiega l’artista in sala Cesanelli per la conferenza stampa finale – questi soldi andranno tutti per la musica, li investirò in nuovi progetti. Grazie Macerata». La seconda e ultima notte di festival è stata dominata soprattutto dalla Rai le cui necessità di registrazione hanno dettato i ritmi dello show, non senza scivoloni considerando che sia I miei migliori complimenti che i Pinguini tattici nucleari sono stati costretti ad interrompere i loro pezzi per ripeterli, a causa di alcuni errori tecnici.
Roberto Vecchioni
Ad aprire le danze, dopo l’omaggio di Enrico Ruggeri a Modugno con il brano “Vecchio Frac”, è la band bergamasca dei Pinguini Tattici Nucleari reduce dal successo di Sanremo grazie alla ballatissima Ringo Starr che infatti viene subito proposta per scaldare gli animi dell’arena. Subito dopo il secondo e ultimo brano “Ridere” che lancia la sfida vera e propria con l’inizio delle esibizioni dei concorrenti in gara. Sale sul palco prima Blindur, poi Fabio Curto, quindi I miei migliori complimenti e infine Miele. A spaccare in due le performance un ospite dell’ultim’ora arrivato da Milano proprio con l’intenzione di omaggiare l’amico Piero Cesanelli: Roberto Vecchioni. E’ di Cesanelli infatti il brano “Sopra Milano” che il cantante regala ai presenti seguito da “Mi Manchi”. Come al solito Vecchioni è molto generoso sia nei confronti di Macerata che di Musicultura: «E’ un festival bellissimo e molto importante che però non fa notizia, non fa gossip – dice l’artista – vorrà dire che ce lo teniamo noi custodendolo come un tesoro». Per Vecchioni anche un doppio premio da parte dei due atenei maceratesi con i rispettivi rettori, Francesco Adornato per Unimc e Claudio Pettinari per Unicam, sul palco a consegnare i riconoscimenti. «Due premi nella stessa serata non li avevo mai ricevuti» spiega il cantautore.
Asaf Avidan
Dopo l’ultimo concorrente in gara, Miele che con la sua “Il senso di colpa” dà prova di avere delle doti canore estremamente più elevate di qualsiasi persona presente sul palco (ad eccezione forse di Asaf Avidan), è il momento di Bruno Tognolini a declamare tre delle oltre 1300 filastrocche per bambini scritte in carriera per la Melevisione in un momento di dolce tenerezza. Poi in successione l’unplugged dei concorrenti impegnati nell’interpretare una cover a loro molto cara, l’omaggio a Ron per i 50 anni di carriera e il premio della critica assegnato a Blindur. Con un piccolo errore in fase di lancio, terza interruzione della serata, Ruggeri annuncia il polistrumentista dalla voce particolarissima Asaf Avidan che in due pezzi (Reckoning song e Lost Horse) mostra di essere un buon batterista, un ottimo pianista e un eccellente chitarrista. La sua voce altissima rappresenta forse il momento più emozionante della notte insieme alla sua dichiarazione di amore per le Marche: «Ho comprato una casa al San Bartolo per farne uno studio di registrazione – dichiara Avidan – ma in realtà è sempre maggiore il tempo che passo nella vostra regione. Giro tutto il mondo e gli unici che mi chiedono cosa ci faccio nelle Marche sono i marchigiani, per gli altri è evidente che questo è un posto incantevole fatto di splendidi panorami, belle persone, cibo buono e salutare, aria pulita. Qui trovo ispirazione e ascolto le differenti voci che compongono la mia anima».
Alcuni membri del gruppo ocarinistico di Budrio
Dopo il cantante israeliano, uscito tra gli applausi, entra l’attrice Lucilla Giagnoni che si esibisce in un toccante e molto apprezzato monologo sull’Apocalisse, basato sui testi sacri, che in realtà infonde speranza e ottimismo nei cuori degli ascoltatori (senza preannunciare fuoco, punizioni e disgrazie). L’allegria si mantiene così alta grazie anche ai curiosi ospiti successivi: il gruppo ocarinistico di Budrio, il paesino vicino Bologna dove 150 anni fa, tra musica e artigianato, Giuseppe Donati inventò il curioso e simpatico strumento. “Largo al Factotum” di Rossini e La Chiacchierina sono i pezzi scelti per mostrare l’abilità dei suonatori. Si avvicina il momento della chiusura e dell’ultimo ospite, Francesco Bianconi, voce dei Baustelle che, confortato da un eccellente pianista, si esibisce in “Quello che conta” di Luigi Tenco, “L’abisso” dal suo ultimo album e “A me mi piace vivere alla grande” di Franco Fanigliulo cantata in duetto con Ruggeri. Arriva l’ora di celebrare il vincitore, Ruggeri legge la velina dentro alla classica busta: «Vince la trentunesima edizione di Musicultura Fabio Curto» annuncia il presentatore tra lo stupore generale, in primis del diretto interessato che non riesce a trattenere qualche lacrima durante il bis finale. L’appuntamento per rivivere l’emozione del festival è alla prossima diretta Rai che ne racconterà i momenti più emozionanti con la certezza che, almeno a Macerata, grazie a un notevole sforzo generale, il Covid non ha fermato la musica.
Musicultura nel ricordo di Cesanelli, scelti i quattro finalisti (foto)
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