Sgominata centrale dello spaccio,
arrestati quattro pusher (Video)
In un anno 4.500 cessioni di eroina

OPERAZIONE HALF HAND - Blitz della Finanza all'Hotel House di Porto Recanati: in manette due pakistani, un sudanese e un italiano. Alla banda contestato un giro di 7 chili di droga solo nel 2019 per un profitto di oltre 200mila euro. Il procuratore Giorgio: «Lo spaccio non ha risentito della pandemia, abbiamo trovato persone che erano fuori casa e dichiaravano di andare a comprare droga»

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L'operazione della Guardia di finanza
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Da sinistra: il tenente colonnello Giuseppe Montagna, il procuratore Giovanni Giorgio e il tenente colonnello Massimiliano Bolognese

 

di Gianluca Ginella (foto di Fabio Falcioni)

Quattro arresti e una quinta persona ricercata: spacciavano eroina all’Hotel House in modo organizzato e avevano clienti in tutte le Marche. A scoprirlo una indagine, detta Half hand (dal nome dato in gergo alla dose più comune che spacciavano, 2,5 grammi al costo di 30 euro al grammo), della Guardia di finanza (coinvolti tutti i reparti del comando provinciale di Macerata). La banda, composta da due pakistani, un sudanese e un italiano (ai quali si aggiunge una quinta persona che è ricercata), nel 2019 avrebbe ceduto oltre 4.500 dosi di eroina per circa 7 chili di droga e profitti per 210mila euro. Il sodalizio era ben organizzato e c’era chi riceveva le telefonate e gestiva i clienti e chi forniva la droga a chi poi andava a spacciarla.

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L’operazione della Finanza

A capo il pakistano Sher Yar, 39 anni. I finanzieri, coordinati dal procuratore Giovanni Giorgio e dal pm Enrico Riccioni, hanno svolto indagini «tradizionali, con appostamenti e pedinamenti e con quelle tecniche che hanno consentito di individuare un sodalizio specializzato nello spaccio di droghe pesanti. Abbiamo anche acquisito testimonianze da diversi assuntori – spiega il tenente colonnello Massimiliano Bolognese, comandante del Nucleo di polizia economico finanziaria di Macerata -. È emersa anche una istigazione alla tossicodipendenza, erano loro a chiamare i consumatori, magari quando cambiavano numero di telefono o se arrivava un partita di buona qualità. Anche se abbiamo registrato che ci sono stati diversi malori a causa della poca qualità della droga. Alcuni di loro ricevevano gli ordini al telefono e incaricavano gli altri di spacciare». Questa mattina all’alba una quarantina di militari si sono concentrati sull’Hotel House e sono scattate le manette per 4 dei 5 componendi il sodalizio. In manette, su ordine di custodia cautelare spiccato dal Gip Domenico Potetti su richiesta del procuratore e del sostituto Enrico Riccioni, sono finiti, oltre a Yar, Khalil Hamdan, 26 anni, sudanese, Ali Shahbaz, 33, pakistano (tutti e tre in carcere), Azzouz Mokdad, 27, italiano (che è ai domiciliari). I primi tre sono assistiti dall’avvocato Simone Matraxia. La banda spacciava in diversi punti vicino all’Hotel House: nel parcheggio, in una casa abbandonata, alla fermata del bus, su due rotatorie. «Nonostante un dispositivo di controllo abbastanza significativo, riusciamo a intercettare solo una parte del traffico di droga che gira all’Hotel House – dice il procuratore Giovanni Giorgio –, perché domanda di eroina e stupefacenti è ampia e il mercato è redditizio e dinamico. Non ha risentito delle conseguenze per il Coronavirus, anche se alcuni spacciatori hanno modificato il loro modo di operare e hanno iniziato a fare consegne a domicilio». Il procuratore spiega che «Nel periodo della pandemia c’erano persone che uscivano di casa e dichiaravano di essere andati all’Hotel House per comprare eroina, questa era la giustificazione che veniva addotta. Naturalmente sono state tutte colpite dalla sanzione prevista dalla legge».

Il prefetto Iolanda Rolli si è complimentata per l’operazione: «Plaudo all’encomiabile lavoro delle forze dell’ordine, quotidianamente impegnate in prima linea nel contrasto alla criminalità organizzata, che ha nel traffico di droga uno dei proventi più redditizi del proprio fatturato illegale. Operazioni come questa, portate avanti dalla Guardia di finanza con competenza e professionalità – ha evidenziato il prefetto – sono la dimostrazione palese di come l’attività di prevenzione e repressione di tutti i fenomeni criminali, ed in particolare quelli legati al mondo della droga, sia fondamentale per tamponare una piaga che è purtroppo una delle principali cause di devianza giovanile».

(Ultimo aggiornamento alle 13,30)

 

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Il procuratore Giovanni Giorgio

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Il tenente colonnello Massimiliano Bolognese

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Il tenente colonnello Giuseppe Montagna e il procuratore Giovanni Giorgio



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