Matteo Guzzini racconta l’Etiopia:
«Qui l’odio non è dilagato,
matrimoni misti all’ordine del giorno»

ARTE - Il fotografo recanatese, per lungo tempo ha vissuto in Africa. Sabato 7 dicembre alle 17.30 inaugurerà la mostra "The etiopian way" alle Cantine del Bramante di Loreto

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Alcune delle foto in mostra

 

Matteo Guzzini, fotografo recanatese, racconta la sua Africa in un mostra a cura di Denis Curti che si inaugura sabato 7 dicembre alle 17.30 alle Cantine del Bramante di Loreto. La mostra resterà aperta fino al 28 febbraio. “The etiopian way” è il nuovo progetto fotografico che rientra nella più ampia cornice di “African Heroes”.  «Durante il mio soggiorno in Etiopia – scrive Matteo Guzzini – sono rimasto profondamente colpito dal fatto che, contrariamente a quanto accade nella maggior parte del resto del mondo, musulmani e cristiani danno vita ad una convivenza straordinaria che si sublima con matrimoni incrociati dove gli sposi spesso mantengono la propria fede e ai figli, una volta cresciuti, è lasciato libero arbitrio nello scegliere il proprio credo.guzzini-mostra-etiopia-2-325x231  Nella primavera del 2016 dalla costa del Kenya ho viaggiato in jeep fino in Etiopia percorrendo oltre 7000 km nel nord del Paese. Ho attraversato le vie ed i passi di montagna seguendo le orme delle carovane millenarie, rimanendo sopraffatto dalla maestosità dei canyon scavati dal Nilo Blu e dagli sconfinati altipiani che rendono questa antica terra uno spettacolo di immensa bellezza. Ho avuto anche il privilegio di fotografare un matrimonio tra un ragazzo Cristiano ed una ragazza Mussulmana. Ho così scoperto che in Etiopia, in tantissimi matrimoni “misti”, gli sposi mantengono la propria fede.  Perché  qui l’odio propagandato dallo Stato Islamico ancora non è dilagato. Ho voluto così raccontare questa storia nel modo più semplice, sincero e per me più naturale: con delle foto. Questo lavoro è dedicato a tutti gli uomini di buona volontà che ricercano la verità nella loro vita e nei loro cuori».

Il curatore definisce Guzzini un fotografo atipico e curioso. «Appassionato della vita e capace di rifuggire da qualsiasi categoria. Da vero narratore, non sceglie uno specifico campo d’indagine ma segue l’onda di un’emozione che spesso ha a che fare con il destino e, ancora una volta, lo ritroviamo story teller nell’immenso continente africano. Il suo sguardo, pur partendo dal vissuto quotidiano e dalla conoscenza diretta dei luoghi e delle popolazioni, porta l’ordine dei racconti verso scenari di più ampio orizzonte» .

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