«Una sconfitta politica netta per la lista di Vittorio Sampaolo che dopo aver ingannato gli elettori abbinando la vittoria di Capponi all’imminente commissariamento del Comune, non è riuscita a far arrivare un commissario nemmeno ricorrendo alle carte bollate, dimostrando tutta l’inconsistenza di una squadra mai esistita e ormai sciolta come neve al sole». Sono le parole del capogruppo di maggioranza di Treia 2030 Tommaso Sileoni, che commenta così la sentenza con cui il Tar Marche ha respinto la richiesta della lista “Prima Treia” di annullamento del decreto del sindaco del 27 maggio (nomina giunta comunale e del vicesindaco), di tutti gli atti posti in essere dalla giunta e dal vicesindaco, di tutti gli atti del procedimento elettorale (dall’ammissione della candidatura al verbale di proclamazione degli eletti e di proclamazione a sindaco). «Il giudice amministrativo infatti – commenta la maggioranza, composta dalla lista Treia 2030 – sottolineando come siano stati contestualmente impugnati atti del procedimento elettorale e atti successivamente adottati dal sindaco eletto e/o dalla giunta comunale, ha respinto la domanda cautelare, in quanto il ricorso non appare fondato, e comunque, in un equo bilanciamento dei contrapposti interessi, va privilegiato l’interesse alla continuità dell’azione amministrativa, condannando il ricorrente al pagamento in favore delle controparti (Ministero dell’Interno, Comune di Treia e controinteressati) delle spese della fase cautelare».
La decisione del Tar arriva dopo che all’ultimo consiglio, mercoledì scorso, il Consiglio comunale ha approvato l’assestamento generale e la salvaguardia degli equilibri di bilancio 2019-2021, le linee programmatiche relative alle azioni e ai progetti da realizzare nel corso del mandato amministrativo e l’ordine del giorno relativo all’adesione alle iniziative promosse dall’Anci di sensibilizzazione degli organismi istituzionali, politici e amministrativi, finalizzate a discutere dell’attuale governance del Centro Italia.
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