di Monia Orazi
Terremoto, l’amministrazione comunale guidata da Sandro Sborgia, inaugura l’operazione trasparenza, rendendo noti per la prima volta i dati della situazione attuale post terremoto. A Camerino sono stati avviati solamente sei cantieri della ricostruzione pesante. Dei 1.411 edifici danneggiati di livello E sono stati presentati all’ufficio speciale ricostruzione solo 72 progetti, pari al 5 per cento del totale. Di questi 28 sono in pre-istruttoria ed altri 20 sono stati presentati all’ufficio speciale per la ricostruzione. Per la ricostruzione leggera sono stati presentati 174 su 554, pari al 31 per cento del totale. Tra queste il 45 per cento sono ancora in istruttoria. Dei 96 progetti di ricostruzione leggera finanziati, sono partiti 74 cantieri e 54 terminati, di cui 27 nelle frazioni. Sono questi alcuni dati forniti ieri sera durante il consiglio comunale dal sindaco di Camerino Sandro Sborgia, per «rendere partecipe la cittadinanza su cosa sta accadendo sul fronte del sisma, argomento molto importante. Renderò noti questi dati con cadenza regolare». In città gli edifici inagibili sono 1.965, di questi il 72 per cento presentano danni gravi di tipo E, 24 per cento danni lievi di tipo B, solo il 4 per cento C.
Delle persone che prendono il contributo di autonoma sistemazione, pari a 2.272, il 53 per cento sono fuori Camerino. Fuori comune ci sono 836 cittadini e dei 496 studenti che prendono il Cas, 366 sono domiciliati fuori comune. Nelle 304 Sae del Comune, abitano 634 residenti, 53 le persone che sono ospitate in alberghi. Per le messe in sicurezza nel centro storico, ne restano da fare il 59 per cento, 45 sono gli interventi conclusi su 138. Per evitare di mettere in sicurezza edifici che devono essere demoliti, è in corso la valutazione del livello di danno. Nelle periferie e frazioni sono state terminate solo il 42 per cento delle messe in sicurezza, ne restano da fare 58, pari al 46 per cento. Il consiglio ha anche approvato la nuova proposta di perimetrazioni. Nel centro storico restano perimetrate la zona di San Francesco e dell’ex tribunale, dove sarà realizzata una via di fuga che dà accesso al centro storico dalla zona del Pincetto. A San Francesco, non lontano dall’ex palazzo di biologia, sarà realizzata una sede di emergenza del Comune antisismica, dove dislocare gli uffici strategici. L’altra zona perimetrata è quella di Santa Maria in via, anche qua, come nel caso precedente, sarà il progettista che si assicurerà il piano attuativo a predisporre la via di fuga. Resta identica la perimetrazione di Vallicelle-Borgo San Giorgio, per una zona dove si trovano vecchi palazzi a più piani degli anni Settanta, che saranno delocalizzati. Delle 14 frazioni incluse in precedenza nelle perimetrazioni, ne restano solo 5, quelle dislocate sotto Monte Gemmo, gravemente danneggiate e per cui serve un supplemento di indagine geologica: Sant’Erasmo, Calcina, Nibbiano, Piegusciano ed Arnano. «Lo spirito che ci ha portato ad affrontare l’annoso problema delle perimetrazioni – ha detto Sandro Sborgia – è quello di far sì che la ricostruzione parta velocemente, escludendo edifici per far avanzare i progetti, lasciando ove è necessario attivare opere di trasformazione e vie di fuga». I punti sono stati illustrati dettagliatamente da Luca Marassi ed Anna Ortenzi. A breve sarà indetta un’assemblea pubblica dove saranno illustrati gli aggregati di edifici, su cui i cittadini potranno costruire consorzi volontari. Critica l’opposizione, con i consiglieri Roberto Lucarelli e Gianluca Pasqui, intervenuti diverse volte. «Escludendo le frazioni dalle perimetrazioni si toglie l’opportunità di rifare i sottoservizi che risalgono al dopoguerra, di valorizzare e ridare dignità a quei territori – ha detto Lucarelli – inoltre la perimetrazione del centro storico è in contrasto con i precedenti pareri dell’Ufficio speciale ricostruzione come raffigurato sulla mappa, ci sono numerose imprecisioni, per questo votiamo contro». Respinto dalla maggioranza il punto sui sottoservizi, sono finanziabili solo se danneggiati dal sisma.
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