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Morta dissanguata: svolta l’autopsia
«Uccisa da un aneurisma,
non dall’eroina»

MACERATA - I primi risultati dell'esame sul corpo di Michela Carlini: giovedì la 39enne si è accasciata a pochi passi da corso Cairoli. Era andata al pronto soccorso per curare un problema ad un'arteria. L'avvocato della famiglia Vando Scheggia: «L'emorragia è stata fatale, non sono stati trovati segni di un'iniezione». Il funerale domani nella chiesa del Sacro Cuore

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Michela Carlini

 

Uno choc emorragico dovuto ad un aneurisma dell’arteria femorale. Ecco cosa avrebbe ucciso Michela Carlini, morta giovedì lungo la stradina che porta all’obitorio di Macerata, a pochi passi da corso Cairoli. Stamattina infatti il medico legale Roberto Scendoni, su incarico del sostituto procuratore Stefania Ciccioli, ha svolto l’autopsia sul corpo della 39enne maceratese. E questa è una delle prime risposte emerse dopo l’accertamento. Saranno svolti anche esami istologici e per le conclusioni bisognerà attendere 60 giorni. A richiedere l’autopsia era stata la famiglia della donna, tramite l’avvocato Vando Scheggia. Il fratello e la madre di Michela Carlini non credevano alla ricostruzione secondo cui si sarebbe iniettata una dose di eroina che avrebbe poi scatenato l’emorragia. Secondo quando raccontato dalla famiglia, la 39enne giovedì era andata al pronto soccorso con la madre. Da tempo infatti soffriva proprio di problemi a quell’arteria alla gamba sinistra. Quindi era in ospedale per valutare un eventuale ricovero. A un certo punto però, mentre era in fila, sarebbe uscita per andare a mangiare qualcosa in un bar di corso Cairoli. Appena fuori dal locale, ha iniziato a perdere sangue, proprio dalla ferita che aveva sulla gamba sinistra. E’ riuscita a trascinarsi fino alla salita dell’obitorio, per poi accasciarsi. Nonostante tutti i tentativi dei medici per salvarla, il suo cuore ha cessato di battere. Troppo il sangue perso in pochi minuti, una ventina al massimo. E alla famiglia sembrava assurdo che fosse uscita dall’ospedale per andare ad iniettarsi eroina proprio nel punto che avrebbe dovuto curare, soprattutto adesso che ormai era in cura al Sert e assumeva solo metadone. Dall’autopsia comunque non sarebbero emersi segni evidenti di un’iniezione in quella zona. «In questa disgrazia – dichiara l’avvocato Scheggia – ristabilire la verità, rasserena la famiglia». Il funerale sarà celebrato domani alle 9,30 nella chiesa del Sacro Cuore a Macerata. 

(Gio. Def.)

Dramma in corso Cairoli, donna muore dissanguata



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