Il nuovo collettore istallato a luglio
Ospedale di Macerata, acqua ancora non potabile dopo il cambio di collettore a luglio. «La clorazione dell’acqua – spiega il direttore di Area vasta 3, Alessandro Maccioni -, effettuata secondo i dosaggi raccomandati, ha ridotto notevolmente la carica batterica, ma in alcuni punti, prevalentemente nell’ala “vecchia” e nei serbatoi di accumulo, non si è ottenuto il rientro nei parametri di legge». I motivi della mancata efficacia dell’intervento sono «le tubature vecchie e il dosaggio non efficace per i serbatoi, per l’effetto diluizione. Non è però possibile utilizzare dosaggi maggiori di cloro – dice Maccioni -, in quanto una maggiore concentrazione del prodotto chimico renderebbe l’acqua maleodorante in tutto l’impianto (soprattutto nei punti di erogazione periferici) e potrebbe essere fonte di danni a tubature soggette già ad usura del tempo. L’acqua è quindi da considerarsi non potabile: è possibile però l’uso ai fini della pulizia personale, anche intima, evitando solo il contatto con il cavo orale e con le ferite chirurgiche. Per azzerare il problema, dovuto al sezionamento delle tubature che ha provocato il contatto con l’ambiente esterno, si sono decise azioni, alcune ad effetto immediato, altre con risultati nel breve periodo (massimo 30 giorni)». Il problema però è stato risolto in Dialisi (utilizzando filtri battericidi). Stessi filtri che saranno posizionati su tutti i rubinetti dei lavandini dell’Ospedale, sia dei reparti che delle aree pubbliche. Inoltre i lavori di ammordernamento dell’impianto idrico saranno anticipati a settembre. «Si provvederà – prosegue Maccioni -, a rivestire le superficie interna con materiale impermeabile e più facilmente sanificabile e sanitizzabile rispetto alla originaria struttura in cemento. Tale attività inizierà all’inizio di settembre, verificata la disponibilità delle ditte specializzate alla posa in opera di detto materiale. Con l’occasione si sostituiranno le tubazioni e le valvole presenti in centrale idrica, attività non oggetto dell’intervento in emergenza di luglio. Si sta inoltre valutando l’utilizzo di nuove modalità di gestione dell’impianto che contrastino la vetustà delle tubature (biofilm o altre tecnologie)». E’ comunque consentito l’utilizzo dell’acqua per bevande calde, l’importante è che raggiunga il punto di ebollizione per 4 o 5 minuti. L’amministrazione mette a disposizione dei pazienti acqua in bottiglia. Ci si può inoltre lavare anche le parti intime, da evitare però la bocca. Anche dove l’acqua è filtrata, non bisogna berla fino alla manutenzione dei serbatoi.
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